La Nuova Sardegna

Olbia

LA PROTESTA

Olbia, famiglia disperata: da 18 giorni senz’acqua

Un operaio di Abbanoa controlla un contatore dell'acqua
Un operaio di Abbanoa controlla un contatore dell'acqua

Ennesimo caso di slaccio: "Volevamo regolarizzare la nostra posizione con Abbanoa, poi il taglio improvviso"

11 luglio 2015
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OLBIA. Da 18 giorni, nella sua casa, non arriva più un goccio d’acqua. Il servizio le è stato tagliato così, di botto, senza alcun preavviso. A parlarne è una giovane donna disoccupata che vive con il marito (operaio) e i loro due bambini. Abitano in un condominio nella zona alta di viale Aldo Moro e stanno tirando avanti con una fatica immensa. Per fortuna li aiutano i vicini, i quali ogni giorno riempiono qualche secchio per riuscire a soddisfare almeno le esigenze primarie.

Si è rivolta a Cittadinanzattiva, questa famiglia in difficoltà, per chiedere che il caso venga risolto e "per chiedere ad Abbanoa, dopo aver tentato invano di farlo da soli, di regolarizzare la nostra posizione. Se devo pagare - dice la giovane madre -, voglio pagare il giusto e non la cifra di 6300 euro che mi sollecitano di sborsare tutta in una volta".

L’autrice della protesta è un fiume in piena. "Tante volte sono andata negli uffici di Abbanoa, tante volte ho anche telefonato, ma non ho mai avuto risposte precise. E mai, soprattutto, mi sarei aspettata che mi togliessero l’acqua. Allora: io abito in un condominio, nel quale ho preso un appartamento in affitto nel 2008, con un regolare contratto registrato. A me risultano intestate luce e gas, in più pago 40 euro al mese per le spese condominiali ed ero convinta che anche l’acqua fosse compresa in questa cifra".

"Ma quando mi è arrivata la bolletta di Abbanoa - continua la donna -, ho scoperto che l’attuale proprietaria della casa non aveva fatto la voltura al momento dell’acquisto e io non l’ho fatta a mia volta proprio perché credevo già di essere in regola. Ho pagato una penale e ho chiesto di sistemare la mia situazione ad Abbanoa, ma non è servito a nulla".

Poi la richiesta di aiuto a Cittadinanzattiva che ha inoltrato la richiesta di prescrizione (per evitare il pagamento delle somme oltre i 5 anni), e non è stata accettata. "Risultato: mi chiedono 6300 euro per poter subentrare nell’utenza e avere il contatore. Se non mi fossi impegnata e mobilitata per riuscire a trovare una via d’uscita con Abbanoa, a cui ho chiesto senza ottenerla anche una rateizzazione, forse avrei avuto qualcosa da rimproverarmi. Ma ho fatto tutto ciò che andava fatto e adesso mi ritrovo senz’acqua. In qualunque periodo dell’anno, sarebbe stato un disagio enorme. Lo è ancor di più adesso, in piena estate. Una famiglia con bambini non può essere lasciata in queste condizioni. So di non essere la sola, so che ci sono tante famiglie che vivono il mio stesso incubo e alle quali Cittadinanzattiva dà l’assistenza necessaria. E siamo tutti convinti che si tratti di interruzione di pubblico servizio". (s.p.)

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