La Nuova Sardegna

Olbia

Il futuro del Dettori mina i rapporti tra Comune e Asl

di Angelo Mavuli

Durissimo attacco di Biancareddu contro il commissario: «Tecleme punta a indebolire la sanità dell’alta Gallura»

21 giugno 2015
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TEMPIO. Nuova puntata dello scontro sulla sanità. Andrea Biancareddu va all’attacco di Paolo Tecleme, da qualche mese al vertice della Asl. «Tecleme non deve dimenticare che è un Commissario con incarichi di ordinaria, ordinarissima amministrazione – sentenzia il sindaco –. In tale veste non può arrogarsi il diritto di decidere le sorti sanitarie di migliaia di persone».

Il motivo di questo nuovo scambio feroce Comune-Asl è da ricercarsi nella replica del commissario a un primo attacco di Biancareddu. «Qualche giorno fa Tecleme – sostiene Biancareddu – mi ha accusato di falso solo per avere affermato che, da tempo, sta operando per smantellare il Paolo Dettori. Il commissario, con i suoi annunciati e mascherati progetti, sta andando oltre quello che gli è consentito. Vuole fare l’alunno modello e presentare all’esecutivo regionale e al suo “preside” diretto, l’assessore Luigi Arru, alla fine del suo incarico di commissario, il più bel compitino della Sardegna. Il premio per un alunno così diligente sarà ovviamente la promozione. Quella a direttore generale dell’Asl di Olbia, meta sempre ambita e mai nascosta da Tecleme. Più che legittimo, ovviamente, il suo desiderio di carriera. Non fatta però sulla pelle dei pazienti dell’alta Gallura. Se il Commissario pensa di “fare impunemente legna”, come si dice in Gallura, sui nostri sacrosanti diritti alla salute, ha pensato davvero male. Se, novello Robin Hood “sui generis”, pensa di togliere ai poveri per darlo ai ricchi (leggi Mater Olbia) ha “ripensato” ancora una volta male. Porteremo ogni sua decisione contro la sanità in alta Gallura sino al massimo grado di giudizio per ottenere giustizia».

Biancareddu, che qualche giorno fa aveva anticipato queste riflessioni in una assemblea del Popolo dei lucchetti, alla presenza dei suoi colleghi sindaci di Calangianus, Bortigiadas e Luras, è un fiume in piena. «Tecleme dice di voler dialogare, ma per lui cosa significa? Forse chiudere inopinatamente, alla vigilia di Capodanno, come lui ha fatto il pomeriggio del 31 dicembre, il Centro trasfusionale, per riaprirlo sette giorni dopo, sotto la spinta della protesta popolare? Dialogare, significa non rispondere alla richieste dei nostri medici? Valutare al ribasso i numeri sulle prestazioni dei servizi del Paolo Dettori, per farlo apparire inefficiente e inutile? Non creare un servizio cardiologico H24? Non dotare il Paolo Dettori delle apparecchiature uguali a quella del Giovanni Paolo II? Depotenziare il reparto Otorino? Tecleme vuole dialogare – conclude Biancareddu – ma prima ci restituisca quello che ci è stato tolto. Annulli il suo scellerato progetto. Pensi che, se malauguratamente attuato, potrebbe costare la vita a molti pazienti. A questo noi ci opporremo».

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