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Olbia

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Nega tutto il bosniaco accusato di aver massacrato la nuora

Una ragazza accusa il suocero di maltrattamenti per motivi religiosi
Una ragazza accusa il suocero di maltrattamenti per motivi religiosi

L'uomo è stato interrogato dal Gip di Tempio. Secondo l'accusa dietro le violenze ci sarebbe la decisione della ragazza di battezzare il figlio. Colpi di forbici e coltello e frattura di una vertebra

10 giugno 2015
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OLBIA. Nega tutto il bosniaco arrestato dai carabinieri con l'accusa di gravi maltrattamenti nei confronti della giovane nuora: le motivazioni sarebbero di carattere religioso, in quanto la moglie del figlio, 22 enne, avrebbe fatto battezzare il figlio di un anno e mezzo.

L'uomo, il musulmano 52enne H.A., sottoposto a un'ordinanza di custodia cautelare nel carcere sassarese di Bancali, è stato interrogato mercoledì 10 giugno a Tempio dal Gip del tribunale gallurese Marco Contu, alla presenza del legale Paola Milia: ha sostenuto di non aver mai picchiato la nuora e ha negato che ci possano essere divergenze di carattere religioso, avendo egli stesso tre figli battezzati. Inoltre, ha fatto notare che in una delle circostanze raccontate dalla ragazza, lui non era a Olbia in quanto detenuto.

Il suo legale ha fatto richiesta di domiciliari. I carabinieri della stazione di Poltu Cuadu hanno arrestato il bosniaco dopo una lunga indagine: si sarebbe reso responsabile di maltrattamenti, aggravati e reiterati, nei confronti della giovane nuora arrivando a procurarle la frattura di una vertebra cervicale oltre a numerose ferite inferte con forbici e coltello.

I medici che hanno visitato la ragazza le hanno assegnato 40 giorni di cure. Secondo la ricostruzione dei militari, la conversione della nuora al cattolicesimo e la decisione di battezzare il bambino di un anno e mezzo avevano fatto infuriare il suocero. Che aveva reagito con continue percosse. Fino alla decisione della giovane madre di denunciare la violenza. L’attività condotta dai militari ha consentito di risalire ad altri fatti analoghi accaduti già nel 2013 e nel 2014, sempre con importanti lesioni procurate nei confronti della giovane, senza che venissero denunciati, probabilmente per la paura di ritorsioni.

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