La Nuova Sardegna

Olbia

IL RADUNO

Alunni tra scuola e volontariato

Alunni tra scuola e volontariato

Numerosi studenti tempiesi all’incontro di Sardegna Solidale

23 dicembre 2014
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TEMPIO. È stata una delle rappresentanze più numerose quella degli studenti di Tempio che hanno preso parte al raduno regionale del Csv Sardegna Solidale. Raduno che, tenutosi sabato scorso a Oristano, ha fatto da tappa finale al progetto "Scuola&Volontariato", nato da un’intesa siglata dalla rete isolana delle associazioni con l'Ufficio Scolastico Regionale.

Il gruppo tempiese (una quarantina tra studenti, insegnanti e volontari) ha potuto seguire gli interventi del presidente del Csv, Giampiero Farru, del sindaco di Oristano, Guido Tendas, dell'arcivescovo di Oristano, monsignor Ignazio Sanna, e di padre Pizzaballa, custode di Terrasanta in Gerusalemme, religioso carismatico che ha richiamato molti giovani. «Gli studenti di Tempio - ha dichiarato Maria Luisa Sari, referente del Sasol.point della città - sono sembrati molto motivati ad avvicinarsi al mondo del volontariato. Personalmente, io sono rimasta molto colpita da due testimonianze: quella di padre Pizzaballa, che ha dimostrato che quanto più si è importanti, tanto meno ci si dà importanza, e quella di Ivano Argiolas, paziente sardo di 39 anni, primo italiano a prendere parte alla sperimentazione di una nuova terapia genica basata sulle cellule staminali per la beta talassemia, realizzata dai ricercatori di un centro di New York all'avanguardia mondiale per la cura contro il cancro».

Per tutti è stata una giornata indimenticabile, grazie alla quale hanno potuto constatare quanto vivo sia il mondo dell’associazionismo sardo. Lo dimostrano le parole di Susanna Serra, liceale che taglierà il traguardo dei 18 anni tra pochi giorni. «Mi ha colpito - dichiara Susanna - l'allegria che abbiamo visto appena arrivati. C'erano ovunque giocolieri e musica. È stata molto bella la testimonianza di Ivano Argiolas, affetto da talassemia dall'età di 3 mesi. Ci ha detto che ognuno di noi può fare qualcosa di grande nella propria vita e credo sia ciò di cui abbiamo bisogno noi ragazzi».

Susanna sembra avere le idee chiare anche su quello che le rimarrà dentro dopo l’incontro oristanese. «Ci è stata presentata la possibilità di diventare volontari facendo leva sulla speranza di una vita migliore, che forse a noi ragazzi ormai manca, e con una tale allegria che non abbiamo potuto fare a meno di tornare a casa un po’ più contenti di come siamo arrivati. Vuol dire che noi ragazzi abbiamo bisogno di qualcuno che ci dica che vale davvero la pena di vivere pienamente». Parole nutrite da un vero trasporto di emozioni e passione. (g.pu.)

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