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Fondi sbloccati, la Croce Rossa si difende

"Abbiamo aiutato le famiglie colpite con i nostri volontari, e abbiamo avuto a disposizione i fondi solo a maggio, a causa dei ritardi accumulati con le elezioni regionali"

19 novembre 2014
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Sappiamo che un anno è un tempo molto lungo e siamo consapevoli della rabbia dei cittadini che ancora non hanno visto un reale cambiamento dopo quella tragedia del 18 novembre scorso. Ma quel giorno noi c’eravamo. Eravamo lì con le nostre ambulanze e con i nostri operatori e i nostri volontari sardi a cui si sono aggiunti gli altri da tutta Italia, restando lì anche nei giorni successivi.

Perché così tanto tempo. La risposta degli italiani a quella richiesta di aiuto tramite tutte le compagnie telefoniche che, ancora una volta, hanno offerto la loro totale disponibilità, è stata bellissima. E deve essere onorata. Lo sappiamo bene. Ma spesso, come lei ben sa, ci sono adempimenti tecnici e burocratici da rispettare che vanno oltre la semplice volontà.

Ecco perché fin da subito abbiamo cominciato a parlare con la Regione Sardegna. Era impensabile per noi accordarci con le decine e decine di comuni colpiti. Non volevamo e non potevamo distribuire denaro a pioggia. Abbiamo scelto come interlocutore l’ente regionale, il più adatto a rappresentare gli interessi di tutta la collettività. Ma la Regione era appunto un interlocutore. Abbiamo scelto di gestire noi il denaro, raggiungendo un primo accordo solo dopo tre mesi con la vecchia giunta regionale. A quel punto però la Sardegna è entrata in campagna elettorale. A febbraio ci sono state le elezioni che di fatto, come lei ben sa o può immaginare, hanno reso impossibile il proseguimento di quell’iter verso l’elaborazione e la pubblicazione del bando. Abbiamo dovuto azzerare tutto il percorso fatto fin lì.

I tempi per l’insediamento di una nuova squadra di Governo locale li conosciamo bene tutti. Ci sono volute diverse settimane prima che ci sedessimo di nuovo intorno a un tavolo con la giunta regionale eletta per ricominciare tutto da capo. A questo intoppo si sono aggiunti i normali tempi tecnici e ‘contabili’ delle compagnie telefoniche. Forse non sa che quelle somme raccolte non sono entrate immediatamente nelle nostre disponibilità. Solo a maggio scorso abbiamo avuto la disponibilità del denaro donato.

Non piace neanche a noi questa tempistica, ma gettare discredito sulla nostra associazione per motivi che non possono esserci attribuiti, ci offende. Generalmente là dove abbiamo potuto individuare criteri semplici e agevoli, è stato realizzato tutto in tempi celeri. Come a Onna, a L’Aquila, dove è stato costruito un villaggio con i soldi della solidarietà a distanza di soli 5 mesi.

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