La Nuova Sardegna

Olbia

La Olbia-Arzachena a rischio per i ciclisti, ma non per la legge

La Olbia-Arzachena a rischio per i ciclisti, ma non per la legge

Dopo la morte del turista di Imola investito da una Panda cresce l’allarme sulla pericolosità di alcune strade galluresi

01 ottobre 2014
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ARZACHENA. Affascinanti quanto pericolose. Molte strade della Gallura sono davvero un richiamo per i cicloamatori. La bellezza del paesaggio, il gioco di salite e discese sono il premio alla fatica per gli amanti della natura e delle due ruote. Ma molte strade, anche se su di esse non esiste alcun divieto esplicito, sono pericolose. La Olbia-Arzachena lo ha dimostrato con la morte del 70enne ciclista di Imola, Primo Visani, travolto da una macchina sul tratto della 125, nel comune di Olbia. Spesso, soprattutto a settembre e ottobre, quella strada, come tante altre, viene presa d'assalto dai ciclomatori. È normale incontrare decine di turisti che, zaino in spalla, percorrono quei chilometri per pura passione. A chiunque è capitato di trovare interi gruppi pedalare con fatica, magari uno al fianco dell'altro, senza poterli sorpassare. O trovarseli all'improvviso davanti alla prima curva. «Le norme del Codice della strada non sono particolarmente rigorose in materia – spiega il comandante della polizia locale di Arzachena e Olbia, Giann Serra – . Vietano la circolazione delle biciclette solo sulle autostrade e sulle strade extraurbane principali». Un esempio su tutti. Sulla 131 è possibile andare in bici, a eccezione di un tratto esplicitamente indicato. Ed è possibile percorrere la Olbia-Arzachena pedalando anche se di evidente pericolosità. La legge delega al proprietario della strada, in questo caso l'Anas, il potere di decidere se vietare la circolazione piazzando dei cartelli all'ingresso del percorso. Gli sportivi locali della due ruote conoscono bene quanto sia rischioso quel tratto come di tanti altri che si trovano in Gallura. E cercano sempre di allenarsi su «percorsi sicuri», poco trafficati. Le piste ciclabili in sicurezza – non semle strisce gialle spennellate sull'asfalto – sono ancora una utopia. Certo esistono delle regole basi di sicurezza. «Procedere su una fila oppure affiancati al massimo in due – precisa il comandante Serra – . Un conducente maggiorenne può trasportare anche un bambino. L'unica novità introdotta nel 2010 riguarda l'obbligo di indossare il giubbino riflettente ad alta visibilità. Non è invece obbligatorio il casco, ma consigliato. Deve essere omologato ed è consigliato usare quello rigido che svolge una reale funzione di protezione».

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