La Nuova Sardegna

Olbia

Il braccio amputato ricostruito in 5 ore

di Giampiero Cocco
Il braccio amputato ricostruito in 5 ore

L’intervento dell’equipe guidata da Peppino Mela è riuscito. Il paziente è un marittimo in servizio sulla nave Moby Otta

17 settembre 2014
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OLBIA. Un marinaio in servizio su un traghetti della Moby Lines ha perso l’avambraccio, domenica pomeriggio, per l’improvvisa chiusura di una porta tagliafuoco. I medici del reparto di ortopedia dell’ospedale Giovanni Paolo II di Olbia gli hanno riattaccato l’arto dopo cinque lunghissime ore di intervento chirurgico.

Il gravissimo infortunio sul lavoro è accaduto nel tardo pomeriggio di domenica a bordo del traghetto Moby Otta in servizio tra Genova e Olbia, mertre la nave si trovava a quindici miglia del porto gallurese. Uno degli addetti alla sala macchine, un marinaio pugliese di 50 anni, mentre stava attraversando una delle porte tagliafuoco sarebbe rimasto incastrato con l’avambraccio sinistro tra lo sportellone stagno e il battente. La chiusura della porta gli ha amputato l’avambraccio tranciando ossa, tessuti, tendini e muscoli. Il marinaio, subito dopo l’infortunio, è stato soccorso dal medico di bordo che gli ha suturato la gravissima ferita tamponando l’imponente emorraggia. Il comandante del traghetto ha quindi chiesto via radio alla sala operativa della guardia costiera di Olbia di poter aumentare la velocità della nave per giungere al più presto in porto, autorizzazione che è stata concessa dai responsabili della capitaneria di Porto. Il trasbordo dalla nave ad un mezzo di soccorso in alto mare sarebbe stato infatti altamente rischioso, considerate le gravi condizioni del ferito. Una volta giunta in porto la nave il ferito, a bordo di un’ambulanza, è stato trasferito nel reparto di chirurgia dell’ospedale di Olbia dove era in atteso dall’equipe guidata dal professor Peppino Mela, che ha diretto e coordinato il delicatissimo intervento. Il braccio del paziente, a 24 ore dall’intervento «è vascolarizzato – ha spiegato il professor Mela – e siamo fiduciosi sulla riuscita dell’operazione. Il paziente – ha spiegato il primario di ortopedia del Giovanni Paolo II – ha avuto l’amputazione sub totale dell'avambraccio sinistro, causato dall'improvvisa chiusura di una porta taglia fuoco che ha completamente distaccato l'arto. L'unica continuità tra avambraccio e braccio era una piccola porzione di pelle, – ha detto il primario. – Tutta la struttura si è immediatamente attivata e alle 20 di domenica siamo entrati in sala operatoria per sottoporre il paziente ad una rivascolarizzazione dell’arto amputato».

Il delicato intervento, concluso all’una del mattino di lunedì 15 settembre, è durata cinque ore. «Con questo primo intervento abbiamo ricostruito al paziente le arterie e la elementarizzazione dei muscoli, in un secondo momento, invece, verrà sottoposto alla ricostruzione dei nervi e dei tendini. A 24 ore dall'intervento l'arto è vascolarizzato e le condizioni cliniche si stanno stabilizzando», ha spiegato il primario.

Sul caso la capitaneria di Porto e lo Spresal hanno avviato una indagine, mentre da parte della compagnia di navigazione è stato diffuso un comunicato dove il responsabile dell’armamento, l’ammiraglio Giuseppe Savarese, a nome proprio e dell’armatore Vincenzo Onorato, ha espresso «la vicinanza dell’equipaggio e della compagnia allo sfortunato marittimo rimasto ferito, ringraziando l’equipe medico-chirurgica dell’ospedale Giovanni Paolo II per il rapido e capace intervento».

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