La Nuova Sardegna

Olbia

La guerra continua di Costa Corallina

di Giampaolo Meloni
La guerra continua di Costa Corallina

Braccio di ferro sul progetto per l’ampliamento del porto tra la società titolare della concessione e gli ambientalisti

28 agosto 2014
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OLBIA. «Non abbiamo ricevuto nessuna risposta». Lapidario e preciso, conta le parole e null’altro vorrebbe aggiungere. Sergio Gavazzi, fisico atletico, cinquant’anni, occhi di un verde brillante come l’acqua del porticcciolo, è l’uomo unicum della società La Marina di Costa Corallina. Governa tutto, dai posti barca al servizio ai tavoli. Sarebbe (ma lui, schivo, non ama la definizione), quello che in realtà è: l’amministratore. Tra le numerose incombenze quotidiane deve gestire anche la polemica. Uno scontro aperto, a dire il vero, con gli ambientalisti e con un’associazione gemmata dai consorziati che per dire subito di che si occupa si è battezzata “I love Costa Corallina”. Oggetto del contendere il progetto di ampliamento del porticciolo, una piccola quanto stupenda insenatura tra rocce e vegetazione che ti piazza davanti agli occhi il profilo maestoso dell’isola di Tavolara.

La società tiene molto al progetto. Agli ambientalisti non piace affatto. Un rapporto di amore-odio che nasce e si lega alle carte. Le prime richieste di chiarimenti risalgono all’estate del 2011. Nel marzo di quell’anno la società La Marina di Costa corallina presenta la richiesta di ampliamento. L’associazione ambientalista Gruppo d’intervento giuridico chiede chiarimenti alla Regione e a tutti gli enti interessati. il Comitato ambientale “I love Costa corallina” denuncia ripetutamente il rischio incombente del degrado ambientale. È un processo che avanza per tappe. Oggi il progetto è ancora all’esame della Regione. Ma mentre la società non cambia una virgola nelle proprie convinzioni sull’esecuzione dell’opera, il GrIg riceve il 4 agosto una risposta alle proprie richieste nella quale il ServizioDemanio e Patrimonio della Regione comunica che «non è stata rilasciata alcuna autorizzazione per l’ampliamento e la proroga della occnessione demaniale marittima per l’approdo turistico di Costa Corallina». Così aveva fatto (il 25 luglio) anche il Servizio Genio civile gallurese.

«Non vogliamo devastare un bel niente», assicura Sergio Giavazzi, alla guida della Costa corallina da 21 anni, dopo la perdita della mamma. La Marina di Costa Corallina ha la concessione dal 1981, quando il padre Nello (originario della provincia di Sondrio) si innamorò del posto e decise di farne un piccolo gioiello del turismo da diporto. Oggi conta 130 posti barca, le più importanti sono gli undici metri. Il progetto prevede uno sbancamento sul versante sinistro e un nuovo canale d’accesso orientato a nord-ovest per evitare l’impatto con il vento grecale, come avviene ora, e la chiusura frontale con un nuovo molo. Opera che porterebbe a poco più di 15.620 metri quadrati lo specchio d’acqua interessato rispetto ai 5.500 della prima concessione ma sulla quale sono intervenute modifiche e aggiornamenti nel tempo. I posti barca diventerebbero, secondo il progetto, 155. «Non si tratta di ampliamento ma di ristrutturazione dell’esistente, con profili delle banchine adeguati ai tempi, alle dimensioni delle barche – dice Gavassi, che chiarisce –: Ci interessa soprattutto che rimanga intatto il patrimonio ambientale, che restino gli accessi per disabili alla spiaggia di Spurlata e che vi sia una complessiva migliore sicurezza in questo splendido mare». Attenzione che conferma con «il rifiuto» di installare (mentre è obbligatorio) le pompe di carburante per le barche, in modo che neppure una goccia sporcasse l’acqua.

Questo succede nell’ultimo metro di territorio comunale e costiero di Olbia. Al di là della collina che ospita le 370 abitazioni condominiali c’è un passaggio tra le piante dal quale arrivano a piedi i bagnanti del paese confinante, Loiri Porto San Paolo.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

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