La Nuova Sardegna

Olbia

La talassemia raccontata a scuola «È dura aspettare le trasfusioni»

La talassemia raccontata a scuola «È dura aspettare le trasfusioni»

Il compito in classe di un tredicenne diventa un appello commovente sottoscritto anche dalla Asl Maddalena Lendini: «È il momento di donare, perché durante l’estate scatta l’emergenza sangue»

31 luglio 2014
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OLBIA. Michele, uno studente di 13 anni che ha frequentato la terza media, ha commosso tutti con un tema che è diventato presto, grazie alla sua professoressa di italiano, un accorato appello. Michele è talassemico, e in uno degli ultimi compiti prima della fine dell’anno scolastico, non ha certo avuto timore nel sottolineare, nel suo tema che «Quando al Centro Trasfusionale non c'è sangue e devo aspettare per fare le trasfusioni, per me diventa veramente difficile e faticoso andare in bicicletta e giocare fuori con i miei amici».

Questo tema ha commosso la professoressa, che intanto lo ha letto in classe ai suoi compagni. E quel compito è diventato una lettera aperta, anzi un accorato appello, fatto da un ragazzino talassemico, che aspetta le trasfusioni «perchè non potete capire la debolezza che mi può portare la mancanza di sangue», scrive ancora.

Un messaggio forte, quello di Michele che va a rinforzare quello che è l’allarme che viene lanciato regolarmente in questo periodo dall’Asl di Olbia. In questo particolare periodo, infatti, le scorte di sangue alla Asl di Olbia sono minime, e la lettera di Michele diventa un invito per aiutare tutti i talassemici, seguiti dal Centro Trasfusionale della Asl 2 e di tutta la Sardegna, a vivere una vita uguale agli altri.

«A volte mi domando perchè Dio mi ha fatto nascere così – scrive nel suo tema Michele –, mamma si commuove, molte volte dà la colpa a se stessa perchè i miei genitori sono portatori sani di anemia mediterranea e quindi può nascere un bambino talassemico. Mamma però mi dice che Dio ha un disegno per ognuno di noi e che non dobbiamo deprimerci mai e continuare a testa alta. Allora ho capito che non mi devo arrendere mai e devo vivere la mia vita sereno e tranquillo». Il tema di Michel sicuramente deve invitare tutti a una profonda riflessione. A capire che in fondo, con un semplice gesto, quello della donazione di sangue, si possono risolvere i problemi di tante persone a cui bastano regolari trasfusioni per condurre una vita normale.

«Quella di Michele – conferma a sua volta Maddalena Lendini, direttore del Centro Trasfusionale della Asl2 di Olbia – «è una malattia che, se ben gestita, consente di vivere comunque una vita normale. Il compito di noi operatori sanitari è quello di aiutare i nostri pazienti in questo percorso. Per far questo, però, abbiamo costantemente bisogno dell'aiuto di generosi donatori che giornalmente fanno la propria donazione – conclude la Lendini – e consentano a Michele e a numerosi pazienti che si trovano nelle sue stesse condizioni di vivere una vita normale».(red.ol.)

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