La Nuova Sardegna

Olbia

Odissea “Terrata 2”, sulla restituzione deciderà il tribunale

di Giampiero Cocco
Odissea “Terrata 2”, sulla restituzione deciderà il tribunale

Golfo Aranci, sotto sequestro la lottizzazione abusiva Entro sette giorni la decisione sul ricorso dei proprietari

05 giugno 2014
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GOLFO ARANCI. Si è tenuto ieri a Tempio, in camera di consiglio collegiale, l’incidente di esecuzione sollevato dai legali che rappresentano gli ottantotto proprietari di “Terrata 2”, messi fuori casa dal provvedimento di sequestro preventivo firmato dal procuratore della Repubblica Domenico Fiordalisi. La richieste avanzata dall’avvocato Benedetto Ballero era semplice: il tribunale dovrà stabilire, e lo farà entro i prossimi sette giorni, avendo preso a riserva la decisione, a chi debbono essere restituite le abitazioni una volta che il tribunale del Riesame aveva rigettato la convalida del provvedimento di sequestro. Contro questa decisione il pubblico ministero si è opposto, proponendo un ricorso davanti alla corte di Cassazione. Il Riesame aveva annullato il provvedimento del Gip che, alla fine di marzo, aveva convalidato il sequestro preventivo degli 88 appartamenti di “Terrata due”, il villaggio realizzato nella costa di Golfo Aranci e confiscato perché dichiarato abusivo. Secondo la Procura gli ex proprietari avrebbero occupato illegalmente gli immobili, confiscati con sentenza passata in giudicato e assegnati, come beni indisponibili, al Comune di Golfo Aranci. Il tribunale della libertà aveva accolto la richiesta dei difensori degli occupanti le case e che avevano ricevuto il provvedimento di sequestro probatorio, sostituito da un sequestro preventivo emesso dal procuratore della Repubblica (che sulla vicenda ha aperto un'inchiesta per occupazione arbitraria di edifici pubblici dopo aver accertato che vari appartamenti continuavano ad essere abitati, nonostante la proprietà fosse ormai passata tra i beni del Comune di Golfo Aranci) avvallato dalla decisione, cassata, del gip. Quella di Terrata 2 è una storia complessa: i lavori presero il via nel 1993 per realizzare un complesso edilizio licenziato come residenza turistico-alberghiera, i cui locali furono poi invece venduti come singoli appartamenti, finito sotto sequestro preventivo nel 1997 e confiscato nel 2008 per lottizzazione abusiva, essendo le concessioni emesse in contrasto con la legge regionale 1992 che impediva di costruire nella fascia dei 500 metri dal mare.La proprietà è quindi passata all'amministrazione comunale che nel 2012 aveva disposto lo sgombero, poi fermato dal Consiglio di Stato, al quale i condomini si erano appellati. Il tutto resta ancora sub judice.

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