La Nuova Sardegna

Olbia

Il Consorzio centro città si rinforza e lancia la sfida

di Antonello Palmas
Il Consorzio centro città si rinforza e lancia la sfida

Un’accesa riunione sancisce la svolta: i commercianti vogliono fare quadrato Iscrizioni a 10 euro per conquistare nuovi associati e rilanciare il quartiere

16 febbraio 2014
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OLBIA. «La verità è che noi a Olbia vogliamo bene, per noi negozianti non è solo una questione di risollevare le vendite: la prima cosa che desideriamo è che si riprenda a socializzare, questa città ne ha bisogno e vedere il centro così vuoto fa male»: così Gino Piro, presidente del Consorzio centro città, pochi minuti dopo il termine della riunione dei commercianti di Corso Umberto che potrebbe aver rappresentato una svolta dopo un periodo di grande sfiducia legata alla crisi e alla chiusura di tante attività: l’appello di trovare un’unità di intenti, infatti, sembra non essere caduto nel vuoto. Sollecitati a mettere da parte le vecchie ruggini e le antipatie createsi in questi anni difficili, molti protagonisti della vita del vecchio cuore olbiese hanno accettato di fare quadrato e programmano di andare in forze dal sindaco: chi aveva deciso di lasciare il comitato e chi non era mai stato iscritto si è ripromesso di tesserarsi (fissata una tariffa politica: 10 euro) e di provare a coinvolgere quelli che in una ripresa o negli aiuti ormai non ci credono più.

Non erano molte le poltrone dell'Expo occupate, musi lunghi, poca voglia di parlare. Poi, piano piano, gli sfoghi, le analisi spietate, le accuse di disinteresse nei confronti del Comune, è riemerso l'orgoglio dei negozianti del cuore cittadino. Giro Piro ha invitato tutti a proporre dei progetti fattibili, a costi abbordabili per un consorzio con pochi mezzi, anche per l’emorragia di iscrizioni, come sottolinea Gianni Mustazzu: c’è chi chiede progetti da 15-20 mila euro, ma poi non paga le quote.

C’è chi, come Angelo Usai, fa notare che «siamo proprio malmessi se ci siamo ridotti ad attingere risorse dalla presenza delle bancarelle» e che «il vero problema non è il flusso estivo, che comunque funziona, ma quello invernale. E che molte attività stanno chiudendo alla scadenza dei contratti di locazione, rinnovati a prezzi triplicati». Edoardo Bucchicchio ha sostenuto che «occorre diversificare le proposte commerciali, non si può vivere di solo abbigliamento». Il vicepresidente Gianni Ponsanu ha ricordato che «tempo fa si tentò di agevolare le attività alternative, ma l'amminiustrazione non ci ha supportato». Di recente però il Comune ha bandito un Poic che mira a far nascere nove attività proprio nel centro storico con un buon investimento di fondi Sfirs.

Roberta Conte ha posto l’accento su un altro tema sentito: le condizioni del centro storico, per quanto riguarda la pavimentazione e le facciate di alcuni palazzi, ma anche la scarsa cura di alcune vetrine o interni di negozi. I vertici del Consorzio hanno riportato le risposte dell’amministrazione, che addebitano sempre al patto di stabilità l’impossibilità di intervenire. E’ emersa l’esigenza di portare nuove idee, a volte è bastato un torneo di burraco per richiamare tanta gente. Per Giovanna Campisi, ad esempio, sarebbe utile alla causa trasformare il centro storico in una sorta di percorso culturale, con vetrine e piazzette che ospitano opera d’arte e installazioni, facciate destinate ai murales. E si pensa di lavorare sul passato, tenendo puliti i siti archeologici e chiedendo di tenere aperte ai turisti le chiesette del centro. Cose normali per una città che voglia definirsi turistica, ma che a Olbia curiosamente emergono da una riunione di negozianti.

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