La Nuova Sardegna

Olbia

Confiscati 4 appartamenti della camorra

Confiscati 4 appartamenti della camorra

Gli immobili, nel residence «Il nuraghe» di Porto Rotondo, erano intestati a Raffaele Sarnataro

13 febbraio 2014
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OLBIA. Alcuni appartamenti del condominio residenziale “Il Nurghe” di Porto Rotondo sono stati confiscati, ieri mattina, su disposizione del giudice delle esecuzioni e misure di prevenzione del tribunale di Santa Maria Capua a Vetere. Il provvedimento giudiziario che ha interessato gli appartamenti posseduti da decenni in Sardegna dall’imprenditore Raffaele Sarnataro – considerato il boss dell’immondizia del sud Italia – è relativo ad una indagine avviata nel 2000 dalla Direzione antimafia di Napoli sul clan camorristico facente capo alla famiglia “La Torre”, a cui sarebbe affiliato, da oltre trent’anni, l’ imprenditore campano che si occupa di smaltimento, stoccaggio trasporto e distruzione di rifiuti. Ieri mattina gli uomini della Dia napoletana hanno notificato al conservatore dei registri immobiliari di Tempio il provvedimento di confisca degli immobili sardi inclusi in un maxi sequestro che riguarda immobili di lusso a Napoli, Capri, Anacapri e capannoni industriali sul litorale campano appartenenti a società riconducibili a Raffaele Sarnatano. Stando all’inchiesta portata avanti dalla Dia napoletana esisteva un accordo tra il clan camorristico dei La Torre e Raffaele Sarnataro. Il clan aveva assicurato a Sarnataro, attraverso imposizioni mafiose, il conseguimento di appalti presso vari comuni della Campania per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani in cambio di una partecipazione del gruppo camorristico agli utili. Stando agli accertamenti della Dda questo accordo ha garantito negli anni enormi profitti al gruppo, e gli incassi venivano spartiti equamente, al cinquanta per cento. Raffaele Sarnataro e il suo socio occulto Augusto La Torre hanno anche gestito per trent’anni la discarica Bortolotto nella quale venivano smaltiti, a pagamento, anche rifiuti provenienti da altre regioni d'Italia. Agli inizi del 2000 Sarnataro venne arrestato nell’ambito di un’inchiesta sull’ attività di riciclaggio di denaro nella zona di Caserta. Nel corso delle indagini emersero, all’epoca, i collegamenti e gli appoggi del clan camorristico La Torre. I beni confiscati a Raffaele Sarnataro, per un valore di 10 milioni di euro, sono suddivisi tra Napoli, Anacapri, un capannone industriale a Secondigliano, il capitale e i beni strumentali della società “Caprile srl”, quelli della società romana di costruzione edile “Iris srl” e le quote di partecipazione nelle società “So.Ge.Rì”, “Il Castagnarò”, “Co.Vi.M.” oltre a titoli di credito, autovetture e moto di li lusso. In Sardegna gli appartamenti del condominio “il Nuraghe” appartenevano, sino alla fine degli anni Settanta, al cassiere di Cosa Nostra Pippo Calò. (g.p.c.)

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