La Nuova Sardegna

Olbia

Hotel chiuso, si muove il Comune

Hotel chiuso, si muove il Comune

Calangianus: il Briantinu va all’asta per 174mila euro, amministrazione in campo

12 febbraio 2014
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CALANGIANUS. Che ne sarà dell’Hotel Briantinu, un albergo a tre stelle inaugurato il 3 marzo 2002 e chiuso alcuni anni dopo? L’attività della struttura, appartenente alla moglie e ai figli di un imprenditore sugheriero, ha avuto breve durata. L’hotel passò per il fallimento al tribunale di Tempio. L’amministrazione Loddo vorrebbe impegnarsi perché l’hotel torni a essere una struttura ricettiva attraverso cui concretizzare tutta una serie di attività turistiche per valorizzare il territorio che in questi anni, con le belle zone naturalistiche (ex ferrovia e percorsi sul Limbara, percorsi archeologici più museo del sughero), ha meritato l’apprezzamento delle agenzie specializzate.

Anni fa (era il 2002, appunto) finalmente Calangianus colmava la lacuna di non avere, nella sua storia, un albergo nonostante la sua economia florida. La srl Briantinu investì ben due miliardi e mezzo di lire (legge regionale 28) e costruì su una superficie di 600 metri quadri 12 camere per 24 posti; nel salone potevano essere serviti 300 coperti, la cucina era stata dotata di attrezzature modernissime e gli interni erano davvero ben rifiniti. Poi, per diverse vicende, tante belle premesse non si concretizzarono e l’azienda fallì. Ora l’hotel è di proprietà del tribunale che ha affidato la struttura, saltuariamente, come foresteria al Calangianus calcio o a chi organizzava i veglioni.

Questo albergo ai piedi della collina di Vaspareddhu merita però di non essere abbandonato. Antonio Brigaglia, capogruppo di maggioranza, e Lollo Amadori, delegato all’Ambiente, hanno mosso qualche passo per sondare la situazione: «Si potrebbe trasformarlo in un ostello della gioventù - dice Amadori-, magari affidarlo a qualche cooperativa. Sono tanti i contatti che abbiamo ed alcune organizzazioni bussano in Comune e ci chiedono locali ricettivi adeguati». Brigaglia aggiunge: «Come maggioranza seguiamo tutto con un certo interesse. Come Comune siano disponibili perché questa struttura non muoia e vorremmo che fosse strumento per agevolare la scoperta del nostro territorio. Chi ci visita chiede spazi ricettivi ed accoglienti».

Non sarà certo facile dare una soluzione nell’ottica degli amministratori perché da parte del tribunale di Tempio è stata fissata un’asta, base 174 mila euro. Per il Comune, almeno per ora, è impossibile partecipare. «Ci preme dire - spiega Brigaglia - che vigileremo, però, perché questa struttura a secondo dell’esito dell’asta, non venga poi ridotta ad un intervento speculativo, magari ricavandovi appartamenti, perché la cubatura dell’hotel in quella zona è vincolata alla attività ricettiva. Ancor più grave se il Briantinu, spoglio delle sue attrezzature, diventasse un altro casermone pieni di manufatti di sughero». (p.z.)

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