La Nuova Sardegna

Olbia

Il lago come discarica nelle acque del Liscia si rottamano le auto

di Angelo Mavuli
Il lago come discarica nelle acque del Liscia si rottamano le auto

Nella zona rimasta a secco dell’invaso emerge l’inciviltà Pescatori scoprono cumuli di rifiuti: anche moto e lavandini

23 settembre 2012
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TEMPIO. Il Lago del Liscia è stato trasformato in una discarica. La scoperta è stata fatta casualmente da alcuni pescatori che si sono inoltrati per alcuni chilometri, lungo il letto del lago, in questo periodo privo di acqua, ormai arido e bruciato dalla siccità e dal terribile caldo dei mesi scorsi. Con il ritiro delle acque, sono venuti alla luce, oltre ad alberi rimasti sommersi per anni e rocce dalle forme strane, persino il vecchio ponte che collegava, una volta, le rive dirimpettaie di Luras e Sant’Antonio.

Inoltrandosi nella parte più profonda, cominciano ad apparire bottiglie di vetro, lattine di birra in quantità industriale, buste e cestini di plastica per la frutta e vecchie scarpe. Si cammina per centinaia di metri su una sorta di discarica “spalmata” sul fondo del lago. Ad un tratto sulla destra, in direzione della diga, da una scarpata sormontata da una stradina che in un certo periodo costeggiava il lago, fra le rocce sino ad alcuni mesi fa sommerse dall’acqua, appare, fra cielo e terra, una Renault R4 corrosa dalla ruggine. Tutt’attorno, per decine e decine di metri, rifiuti di ogni genere. Persino una moto, lavandini, accessori da bagno, un cancello e tanto altro ancora.

Spiega Franco Ollargiu, ingegnere, direttore generale dell’Enas (Ente acque della Sardegna): «Purtroppo il fenomeno di abbandonare rifiuti anche voluminosi nei laghi, è comune a tutti i laghi della Sardegna. Noi cerchiamo di sensibilizzare la gente al rispetto delle acque, della natura e dell’ambiente, purtroppo con scarsi risultati. Effettuiamo periodicamente delle pulizie, cercando anche la collaborazione della forestale. Scoprire “il sommerso” però è difficile».

L’augurio è che la discarica emersa dalla acque venga ripulita prima che il livello delle stesse risalga con la stagione invernale. La diga del Liscia ha una capacità massima di 104 milioni di metri cubi d’acqua. A marzo di quest’anno, secondo i dati forniti dall’ingegnere Ollargiu, il rinvaso era di 73 milioni di metri cubi. Il 19 settembre la quantità d’acqua era scesa a 48 mila metri cubi. L’acqua del Liscia debitamente potabilizzata e pompata dall’impianto dell’Agnata, a valle di Sant’Antonio, serve Luogosanto, Sant’Antonio, Arzachena, la Costa Smeralda, Palau, Olbia ed altri centri della Bassa Gallura. L’acqua è impiegata anche per usi irrigui. Sapere che vi vengono smaltiti materiali anche tossici non può non preoccupare.

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