La Nuova Sardegna

Olbia

Don Sandrino innamorato ma Berchidda lo difende

di Giampiero Cocco
Don Sandrino innamorato ma Berchidda lo difende

Stupore nel paese per la decisione del parroco di abbandonare l’abito talare Tutti d’accordo: «Un bravo sacerdote, aveva riavvicinato la gente alla chiesa»

08 maggio 2012
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INVIATO A BERCHIDDA. L’ultima messa Don Sandrino Cosseddu l’ha celebrata alla fine d’aprile quando, durante l’omelia domenicale,ricordava ai tanti catechisti in procinto di fare la prima comunione l’impegno di fede che avrebbero assunto accostandosi all’Eucarestia.

Parole seguite con trepidazione dai genitori che, nei sei mesi scarsi di presenza del parroco nella chiesa di San Sebastiano, avevano apprezzato lo slancio e la serietà di quel prete arrivato dai salti dell’Alto Goceano, che aveva riavvicinato alla chiesa tantissimi di fedeli. La scelta di don Sandrino di gettare alle ortiche la tonaca e l’impegno religioso per seguire i dettami del cuore ha lasciato con l’amaro in bocca quanti, a Berchidda, avevano caldeggiato e sponsorizzato le idee di rinnovamento dell’ex prete. Il quale, in pochi mesi, aveva rivitalizzato la comunità istituendo un corso di chierichetti, aprendo la chiesa a ragazzi e ragazzine.

«L’amministrazione comunale – ha spiegato ieri il vicesindaco Sergio Meloni – è grata a don Sandrino per il suo impegno a favore dei giovani, dei disoccupati e per l’attenzione mostrata verso i tanti bisogni del paese». Una gratitudine espressa anche dagli anziani che, in piazza del popolo, trascorrono le mattinate seduti sulle panchine davanti alla chiesa parrocchiale. «Era una persona corretta, di poche parole. Certo, la presenza di una donna in canonica era stata notata, ma nessuno aveva messo in dubbio che quella che don Sandrino presentava come una amica fosse qualcosa di più, nel cuore del prete». Una presenza femminile discreta, notata poche volte in paese. L’ultima apparizione in occasione della festa della donna, l’otto marzo, quando don Sandrino celebrò una messa speciale dedicata alle donne e festeggiò con loro la giornata dedicata all’altra metà del cielo. La dama bianca era presente, ma nessuno, in paese, avanzò sospetti. Don Sandrino era riuscito ad avvicinare alla chiesa anche tanti uomini, e lo fece durante la settimana santa, il martedì, quando celebrò una messa per soli uomini chiamando tra i banchi, a recitare litanie, disoccupati, giovani e anziani. La bicchierata finale offerta nella sala parrocchiale del “Sacro Cuore” suggellò il legame tra il nuovo prete e la comunità. «Aveva a cuore anche i malati e gli anziani – spiega Francesco Pianezzi, direttore di banca e assessore ai lavori pubblici di Berchidda – che andava a visitare quotidianamente». Un prete benvoluto, dunque, che aveva programmato anche le feste patronali per tutto il 2012, contattando i diversi sponsor e l’amministrazione comunale. Dieci giorni fa la scomprarsa dal paese. Don Sandrino aveva lasciato la canonica, ristrutturata recentemente dall’amministrazione comunale, «per motivi familiari». L’altra verità, quella più terrena, l’ha svelata ai fedeli il vescovo di Ozieri, monsignor Sebastiano Pintor, quando ha comunicato, dopo la messa domenicale che ha celebrato in paese, la decisione di Don Sandrino di lasciare la tonaca «dopo un lungo travaglio interiore».

«Est’omine isse puru, anche lui è un uomo», hanno sentenziato i vecchi seduti sulle panchine davanti alla chiesa parrocchiale.

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