La Nuova Sardegna

Olbia

Il tabacco a Nuchis, come in Virginia

di Giampiero Cocco
Il tabacco a Nuchis, come in Virginia

«Sa Folla srl», una azienda sarda che commercializza sigarette, impianta in Alta Gallura un campo sperimentale

04 maggio 2012
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TEMPIO. Il progetto di Antonio Perez, 42 anni di Quartu Sant’Elena, ha preso corpo ieri mattina, con la messa a dimora delle prime centomila piantine di “tabacco sardo”. A Nuchis, la frazione di Tempio dove l’azienda agraria “Sa Folla srl” ha deciso di avviare la sperimentazione di una linea di tabacchicoltura isolana, sono arrivati i tecnici della Mit, la manifattura italiana tabacchi, ultima sopravvissuta, con la privatizzazione, delle aziende statali che producevano e confezionavano per il monopolio sigari e sigarette italiane. «Stiamo impegnando tutti i proventi della vendita delle sigarette sarde, “L’Isula” rosse e blu – spiega Antonio Perez, che dal 2010 commercializza le due marche – in questa iniziativa, una sfida alle multinazionali del tabacco che vendono sigari e sigarette in Italia senza pagare un solo centesimo di tasse o stipendi alle maestranze. La validità del nostro progetto, supportato dai tecnici della Mit, potrà essere valutato tra due anni, quando dalla sperimentazione, necessaria per ottenere un prodotto dalle qualità omogenee e costanti, si passerà alla fase produttiva. Il tabacco, coltivato nell’isola sino alla fine degli anni Cinquanta, era una risorsa economica per gli agricoltori che avevano destinato i loro terreni a questo genere di coltura, ma poi venne abbandonata per i più svariati motivi, primo tra tutti lo strapotere delle multinazionali che inondarono il mercato con prodotti realizzati industrialmente. Una concorrenza che costrinse lo Stato a chiudere le tante manifatture dei tabacchi sparse in ogni regione italiana, comprese quelle di Cagliari e Sassari. La nostra produzione sarà piccola ma di eccellenza, una qualità di tabacco che verrà utilizzata per sigari e sigarette di origine sarda, come la birra o il vino». Alla cerimonia della posa delle prime piantine di tabacco “Burley” erano presenti il direttore generale della Mit, Massimo Carli, e l’assessore all’agricoltura del Comune di Tempio, Vanni Bisson. «Una iniziativa – ha spiegato Bisson – che speriamo ottenga i risultati che si sono prefissi gli imprenditori. L’Alta Gallura dispone di centinaia di ettari di terreni incolti che possono essere sfruttati per la produzione intensiva di tabacco e ritengo, una volta concordate con i rispettivi proprietari i termini di utilizzo e la loro redditività, che sarà facile ampliare le zone di produzione». La scelta dell’Alta Gallura non è stata casuale. Massimo Carli, direttore generale della Mit (che seguirà con i suoi tecnici l’esperimento) , ha trovato nelle campagne di Nuchis il sito ideale per avviare il progetto analizzando le condizioni climatiche nell’arco di un anno e dalla presenza di falde acquifere che possano irrigare il campo sperimentale. «Il tabacco – spiega Massimo Carli – è una pianta resistentissima e che si adatta ad ogni genere di terreno, ma per produzioni di nicchia come quelle che intendiamo ottenere dal tabacco sardo occorrono condizioni meteoclimatiche molto particolari, quali la quasi assenza di vento e un microclima fresco- umido costante». La Gallura diventerà come la Virginia statunitense, dove viene prodotta buona parte del blend di tabacchi che rifornisce le fabbriche delle tre multinazionali che monopolizzano il mercato mondiale? Difficile dirlo, ma una cosa appare certa: le prime “sigarette sarde” saranno confezionate con tabacco gallurese.

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