La Nuova Sardegna

Olbia

La chiesa è in costruzione, il parroco dice messa in casa

di Alessandro Pirina
La chiesa è in costruzione, il parroco dice messa in casa

Don Nino Fresi ha messo la sua villetta a disposizione della nuova parrocchia di Santa Maria del Mare

30 marzo 2012
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OLBIA. Se don Verzè aveva convertito la casa colonica vicina al San Raffaele in una villa con piscina, don Nino Fresi ha fatto l’operazione contraria, trasformando la sua villa a Mare e Rocce nella chiesa della borgata di Pittulongu. Da qualche mese il sacerdote è stato nominato dal vescovo al timone della nuova parrocchia di Santa Maria del Mare, la chiesa che raccoglie i fedeli di Pittulongu, Bados e Suiles. Una comunità numerosa, soprattutto nella stagione estiva, ma che conta circa 600 residenti anche nel resto dell’anno.

La borgata però non ha ancora un suo luogo di culto vero e proprio. Il terreno è stato individuato già da tempo dalla diocesi e dal Comune in via mar Egeo, dove nel 2011 sono state messe le fondamenta. Qui l’estate scorsa don Gianni Sini, parroco della Salette, ma allora anche amministratore della parrocchia di Santa Maria del Mare, insieme col comitato della frazione, aveva ripulito l’area per poter celebrare messa. Per tutti i mesi estivi residenti e turisti si ritrovavano nel campetto, ma dagli inizi di settembre, con l’abbassamento della temperatura, proseguire con le messe all’aperto non era più possibile. E così i fedeli di Pittulongu erano costretti a spostarsi a Olbia. A ottobre poi il vescovo, monsignor Sebastiano Sanguinetti, ha nominato parroco don Nino Fresi. Che però si è ritrovato parroco senza una chiesa in cui poter celebrare messa. Ma il prete non si è perso d’animo e ha deciso di trasformare la sua casa a Mare e Rocce in luogo di culto. Dall’esterno di ecclesiastico la casa ha molto poco. A prima vista infatti è una villa con giardino a pochi metri dall’arenile. Come tante altre lì vicino. Ma è al suo interno che don Nino ha realizzato la sua chiesa temporanea. Il patio, infatti, è arredato come normale luogo di culto. Con una trentina di sedie bianche in fila, un’immagine della Madonna, una sorta di bacheca con annunci e preghiere appesa al muro. E con l’altare, in fondo alla veranda coperta. Una chiesa adattata in attesa che terminino i lavori di quella vera. «Anche questo ritardo è frutto della crisi _ racconta don Nino _. In un’altra epoca i lavori sarebbero già finiti. Comunque, tre giorni fa abbiamo avuto una riunione di residenti e, devo dire, ho visto una grande voglia di partecipazione da parte della comunità. Ci sono diversi imprenditori che vogliono contribuire per portare a termine la nuova chiesa. Qui intanto si è creato quel clima di familiarità che, magari, in una chiesa si sente meno. Qui io ci abito, celebro la messa e incontro i fedeli. Tutto accade fra queste mura». Attualmente don Nino celebra la messa il sabato alle 18 e la domenica alle 11, ma da maggio si adeguerà agli orari estivi con due messe domenicali alle 8 del mattino e alle 8 di sera.

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