La Nuova Sardegna

Nuoro

La capra sarda primitiva sarà occasione di sviluppo 

di Giusy Ferreli
La capra sarda primitiva sarà occasione di sviluppo 

Urzulei, la razza presente in Ogliastra restituirà importanza al comparto Andrea Cabiddu: «Ma i caprari devono riappropriarsi del ruolo di trasformatori»

06 giugno 2017
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URZULEI. L'allevamento della capra sarda primitiva: non il retaggio di una cultura arcaica ma un importante patrimonio di conoscenze da valorizzare perché in grado di restituire alla zootecnia di montagna un ruolo importante. E di trasformare le zone interne da aree marginali ad aree ad elevata vocazione produttiva. Per il ricercatore di Agris Andrea Cabiddu, radici ogliastrine e solidi studi nel settore, l’allevamento delle capre, sinora penalizzato, rappresenta un'importante occasione di sviluppo. La qualità del latte delle capre al pascolo e gli ultimi studi del 2016 che hanno evidenziato nelle produzioni di Urzulei, Baunei e Talana, livelli altissimi di polifenoli, sostanze dalle proprietà cardioprotettive, il territorio consente lo sviluppo dell’allevamento. L’Ogliastra possiede ampie superficie di terreni ad usi civici. Ed è in questi territori che le razze rustiche locali si sono adattate. Qui gli animali pascolano principalmente nella macchia mediterranea, che garantisce la produzione di un latte ritenuto interessante anche per altre proprietà. La scommessa è tutta da vincere e i presupposti non mancano. «Occorre però uno sforzo da parte di tutti per aumentare la consapevolezza degli allevatori e dei trasformatori migliorandone la professionalità» sottolinea Cabiddu che mette l’accento sulla necessità di investimento professionale da parte dei caprari che devono riappropriarsi del ruolo di trasformatori del latte e creare rete con gli agriturismi. «Fare formaggio – sottolinea – significa aver professionalità al passo coi tempi e strutture, come le celle frigo, a impatto limitato». Solo grazie alla presenza dei marchi locali e alla sostenibilità ambientale si può oggi avere un miglioramento del reddito che negli ultimi tempi è venuto a mancare.
«I territori di montagna negli ultimi 35 anni – spiega il ricercatore dell'agenzia regionale – hanno subito una forte trasformazione nella loro “vocazione”. Urzulei fino alla fine degli anni 80 contava circa 7000 capre. I bovini, invece, erano una quota limitata». A partire da metà anni 90 i trend si sono invertiti. Ed ora il futuro si gioca anche sui nuovi insediamenti favoriti dal Piano di sviluppo rurale che mette disposizione contributi a fondo perduto per il primo insediamento dei giovani allevatori. Il comune poi fa la sua parte. Ennio Arba, sindaco di Urzulei è un fautore dell’allevamento. «Stiamo sostenendo questi nuovi insediamenti concedendo le sospensioni sui terreni ad uso civico» spiega l’amministratore. Azione supportati dagli studi del centro di ricerca di Bonassai che si sono concretizzati con il riconoscimento della capra sarda portando all’istituzione di un registro anagrafico.
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