La Nuova Sardegna

Nuoro

Arbatax, il viaggio inaugurale dell’antica locomotiva a vapore

di Giusy Ferreli

In concomitanza con il Giro d’Italia il treno è partito sbuffando dal capolinea diretto a Tortolì L’emozione del capotreno Franco Brecchia alla guida: «Sono contento come un bambino»

08 maggio 2017
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ARBATAX. Altro che Carovana rosa. La star della giornata, ieri era lei: la “caffettiera”, l’antica locomotiva a vapore dei primi anni del ’900 diventata il simbolo del Trenino verde. Quando all’una, in concomitanza con l’avvio della tappa di trasferimento del Giro d’Italia, il treno è partito sbuffando dalla stazione di Arbatax, tutti gli occhi erano puntati sul convoglio ferroviario. Fotografie, riprese, applausi e saluti hanno accompagnano la partenza dal capolinea di quella che è stata definita la “tratta ferroviaria più bella del mondo” alla stazione di Tortolì. L’emozione, trattenuta a stento, traspare dal volto del capotreno Franco Becchia. Nel breve percorso, pur non perdendo mai di vista tutto ciò che gli capitava attorno ha raccontato la sua vita trascorsa su e giù per il collegamento ferroviario. Ascendenze biellesi, suo padre Armando lavorava in ferrovia. «Sono nato ad Arbatax , poi ad ogni promozione mio padre veniva trasferito e la famiglia lo seguiva» racconta. E così la sua esistenza, sin da quando è nato, è trascorsa lungo i punti nodali della tratta. Sorgono, Mandas e la destinazione finale Gairo Taquisara dove ancora vive. Il ferroviere ha ereditato dal padre la passione per questo lavoro. In ferrovia dal lontano 1981, ha seguito tutto il “cursus honorum”: cantoniere, frenatore, conducente, conducente abilitato ed infine l’ultima qualifica, quella di capotreno.

«Sono contento come un bambino» si lascia scappare Becchia, che da due anni non dirigeva la vecchia caffettiera, mentre con lo sguardo cerca quello dei due macchinisti, Marino Piludu e Giovanni Battista Piano, che sono riusciti in un piccolo miracolo. «Sono rimasti in pochi ad avere le competenze e l’abilitazione per guidare questa locomotiva» spiega Franco Marras, amministratore unico dell’Arst, che è salito nella carrozza d’epoca in legno per il viaggio inaugurale. Con lui il responsabile marketing dell’azienda regionale, Alessandro Boccone. «Il 2017 – commenta l’ingegnere – è stato l’anno della svolta. Ora ci auguriamo che siano gli operatori turistici a fare sistema e a valorizzare il Trenino».

Le note vicissitudini della tratta, condizioni di sicurezza al limite e la necessità di un poderoso intervento di ristrutturazione nelle parti più compromesse, hanno imposto un blocco. La Regione, non dopo accese polemiche, qualche mese fa ha deliberato lo stanziamento di fondi per milioni di euro destinati alla riqualificazione. Dall’intervento è rimasto fuori il tratto che collega Seui a Gairo e quindi quest’estate il percorso sarà monco. Il percorso è breve e affianca quello dei ciclisti che si stanno dirigendo a Tortolì per raggiungere la partenza. Ed è ancora la sbuffante locomotiva ad attirare l’attenzione. Altri applausi e scatti per immortalare il passaggio del trenino, nel cuore di tutti gli ogliastrini. A Tortolì il treno finisce la sua corsa. Viene effettuato lo scambio e la locomotiva è pronta per ripartire alla volta della frazione costiera. Questo in fondo è solo un assaggio di quello che succederà a partire dal 18 giugno, giorno di avvio della stagione turistica, e data che segnerà la rinascita di uno dei principali attrattori turistici del territorio.

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