La Nuova Sardegna

Nuoro

«Senza regole né voucher un danno per l’estate»

«Senza regole né voucher un danno per l’estate»

La Confesercenti teme le conseguenze per i lavori occasionali e stagionali Dario Capelli e Carlo Amaduzzi chiedono un passo indietro del Governo

23 aprile 2017
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NUORO. Voucher, la Confesercenti: «La loro eliminazione è un errore. Il Governo è ostaggio della propria debolezza. Così i lavori occasionali rimarranno senza regole». «L’abrogazione dei voucher è un grave errore. Servirà, dunque, un altro strumento per regolamentare tutte quelle prestazioni occasionali che nelle imprese non possono essere inquadrate in rapporti di lavoro tradizionale, soprattutto in quei settori – come il turismo, il commercio e l’organizzazione eventi – che si trovano spesso a dover fronteggiare aumenti imprevedibili ma momentanei dell’attività». A parlare sono i vertici della Confesercenti Nuoro Ogliastra.

«Il governo abolisce i voucher senza prima aver pensato ad emanare nuove regole sul lavoro accessorio; come si può affrontare in questo modo l’imminente partenza della stagione estiva?». Così Carlo Amaduzzi presidente Assohotel-Confesercenti commenta l’abolizione dei voucher. «Gli abusi vanno certamente contrastati ma solo dopo averli preventivamente identificati – continua il presidente della Confesercenti provinciale Dario Capelli –, la scelta di cancellare completamente i voucher senza fare le dovute distinzioni danneggia non solo le imprese ma in questo territorio toglie possibilità di guadagno a migliaia persone». «Si è scelto di buttare il bambino con l’acqua sporca demonizzando uno strumento che rappresentava l’unica possibilità per l’impresa di far fronte in modo regolare a situazioni eccezionali. Non escludiamo che qualcuno ne abbia abusato – va avanti Capelli – ma in generale i dati nazionali dimostrano l’occasionalità dell’impiego dei buoni: in media, i lavoratori pagati con voucher hanno guadagnato 600 euro lordi all’anno a testa – conclude il presidente della Confesercenti Nuoro Ogliastra – e queste somme per due terzi sono state percepite da persone con un’altra fonte di reddito, da lavoro autonomo, dipendente o anche da pensione, in cerca di un’integrazione del reddito».

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