La Nuova Sardegna

Nuoro

Sas Chircas: in processione tra le chiese più antiche

di Alessandro Mele
Sas Chircas: in processione tra le chiese più antiche

Oggi alle 21, dalla Solitudine, parte uno dei riti più seguiti della Settimana Santa Gian Paolo Mele: «I cori nuoresi hanno da sempre accompagnato la tradizione»

13 aprile 2017
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NUORO. Dopo la caratteristica Via Crucis e le celebrazioni della domenica delle palme, proseguono nella serata di oggi i suggestivi riti della Settimana Santa con la caratteristica processione de “Sas Chircas”, tipica delle celebrazioni tradizionali del giovedì santo a seguito della messa cosiddetta in Coena Domini.

La caratteristica processione dal forte spirito religioso, organizzata dalla confraternita di Santa Croce (i priori sono Pasqualina Puggioni e Giovanni Antonio Mereu), avrà inizio alle ore 21 con la consueta partenza dalla chiesetta di Nostra Signore della Solitudine, per poi snodarsi tra le vie del quartieri storici di Santu Predu e Seuna facendo tappa tra quelle che sono le chiese più antiche della città: Nostra Signora del Rosario, Su Serbadore, Santa Croce, la caratteristica chiesetta del Carmelo, Nostra Signora delle Grazie per terminare nella Cattedrale dedicata a Santa Maria della Neve.

Come ogni anno una moltitudine di fedeli seguirà il simulacro della Vergine addolorata, portato in processione dalla confraternita, accompagnandolo con la preghiera ed il canto tipico della tradizione popolare (su Rosariu) contribuendo così a rendere l’appuntamento religioso, atteso da tutti i nuoresi, carico di pathos e di quella emozionalità capace di coinvolgere in un sentimento unico tutti i partecipanti al punto di farli sentire protagonisti attivi del percorso di Maria alla ricerca del figlio.

L’iniziativa recuperata e riprodotta a Nuoro dalle usanze del passato nelle festività pasquali, coinvolge anche le formazioni corali cittadine custodi e proprietarie della coralità di scuola nuorese oggi diffusa in tutte le zone dell’isola e non solo.

Ad attendere l’arrivo dei fedeli sui sagrati o all’interno delle chiese, che vengono allestite grazie all’aiuto dei parrocchiani come fossero dei veri e propri sepolcri con drappi e addobbi floreali, le formazioni corali maschili cittadine pronte a intonare in una atmosfera struggente i canti tipici della Passione, racchiudenti il dolore di Maria per la imminente perdita del figlio.

“Pro fizzu meu ispiradu a manos de su rigore, sette ispadas de dolore su coro m’an trapassadu”; è difficile non immergersi nella passionalità dettata dalle timbriche scure e dalle melodie che ogni anno in queste occasioni travolgono i cuori di chi le ascolta.

«Fin dai primi anni Sessanta – racconta Gian Paolo Mele Corriga, direttore storico del Coro di Nuoro e oggi tra i decani dei maestri del canto di scuola nuorese – i cori nuoresi si cimentarono nell’accompagnare i riti della Passione ed il primo a cimentarsi fu proprio il Coro di Nuoro. Io ed i ragazzi del coro – continua Gian Paolo Mele Corriga – apprendemmo da Pride Antoneddu Sanna, allora organista della Cattedrale di Santa Maria, i canti tipici della settimana santa derivanti in maniera diretta dal mondo ecclesiale come lo Stabat Mater che Pride Antoneddu ci intonava da basso. Compresi il potenziale emotivo e culturale di quelle melodie e decisi di musicarle per coro a voci pari in modo da renderle cantabili in maniera coordinata dai più, lasciando (in merito allo Stabat Mater) la parte solistica alle voci più gravi proprio in virtù dei preziosi insegnamenti del prete della Cattedrale. Tutt’oggi le varie confraternite ripropongono proprio questi canti».

I riti tipici della Settimana Santa come Sas Chircas, sono diffusi in tutti i paesi del Mediterraneo e soprattutto in Sardegna e la loro capacità di coinvolgere una ampia fetta di popolazione è davvero straordinaria.

Attraverso il suggestivo passaggio tra le sette chiese, in tanti si immaginano che Maria abbia disperatamente cercato il figlio tra i vari sepolcri allestiti rivivendo così l’angoscia della Vergine e dei parenti del Cristo, negli attimi successivi alla sua morte (che i vangeli collocano nel pomeriggio di venerdì).

Anno dopo anno le confraternite di Nuoro e di tutta l’Isola, ripropongono l’antico rito intriso di angoscia ed emozionalità e seguito da sempre da tanti devoti.

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