La Nuova Sardegna

Nuoro

Su Suercone, la sfida riparte dal basso

di Luciano Piras
Su Suercone, la sfida riparte dal basso

L’assessore regionale Paci incontra i sindaci del Nuorese: «L’obiettivo di questi territori deve essere fare rete»

04 aprile 2017
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INVIATO A OLIENA. Luciano Barone, sindaco di Mamoiada e presidente della Comunità montana: «Questa è una grande scommessa che la Regione ci sta mettendo a disposizione. Sino a ieri ognuno di noi lavorava in ordine sparso, ora le risorse sono poche ma tutti lavoriamo per gli stessi obiettivi comuni». Portavoce del Nuorese, del Gennargentu, del Supramonte e della Barbagia, Barone parla in nome e per conto di ben otto Comuni che vogliono fare squadra: Dorgali, Fonni, Mamoiada, Oliena, Orani, Orgosolo, Orotelli e Ottana. Il progetto che li mette assieme è il progetto di valorizzazione dell’Area di rilevanza strategica Su Suercone. «Un attrattore riconosciuto a livello comunitario, che può collegare le aree montane e costiere per una valorizzazione unica dell’intero territorio» conferma Antonio Fadda, sindaco di Orani, referente tecnico del progetto.

«Non c’è soltanto Su Suercone – va avanti Fadda –, ci sono anche altre aree unite da un percorso naturalistico e ambientale comune, ma anche culturale, nel segno delle tradizioni, dell’identità, dell’enogastronomia, dell’artigianato. E sono coinvolge anche le imprese, le aziende, protagoniste delle filiere produttive a supporto del progetto e dell’offerta turistica nel territorio».

Parole che risuonano nella biblioteca comunale “Ciusa Romagna”, a Oliena, davanti all’assessore regionale alla Programmazione Raffaele Paci che ha convocato (per ieri pomeriggio) sindaci e amministratori, operatori turistici e imprenditori per la presentazione del progetto Su Suercone, inserito all’interno del Piano di rilancio del Nuorese.

«Comincia una nuova stagione di programmazione dal basso – spiega Paci –, dall’Ogliastra alla Parteolla, dalla Gallura al Marghine. Soltanto con il coinvolgimento forte delle comunità si riesce a fare programmazione seria». «Il Tavolo di rilancio del Nuorese, anche se si e un po’ bloccato, anche se è andato lento, ora ha ripreso finalmente il suo cammino per la strada corretta». «Ora bisogna dare un’accelerata – aggiunge il vice presidente della Regione –, non buttiamo a mare lo sviluppo che la risorsa ambientale ci può dare». È il padrone di casa, tuttavia, a dover mettere il dito in una triste piaga che gela all’origine qualsiasi germoglio di sviluppo: le strade. Martino Salis, sindaco di Oliena, infatti, apre l’incontro, alle 16,38 esatte (l’inizio era programmato per le 16) salutando con ironia: «Dispiaciuto, da un lato, per i nostri ospiti che hanno avuto grosse difficoltà a raggiungere Oliena; contento, dall’altro, che i nostri ospiti, compreso l’assessore, abbiano toccato con mano questa situazione insostenibile. Con la stagione turistica ormai alle porte». Strade chiuse, sia nel versante Nuorese sia nel versante Ogliastrino. La frana sulla 125 Orientale sarda. Il paradosso del ponte di Oloè. E ora persino i lavori (infiniti?) a Mughina, alle porte di Nuoro.

«Trenta minuti a girare a vuoto per Nuoro – conferma lo stesso Raffaele Paci –. Non c’è un cartello che sia uno. Spero che ci stiano lavorando... o non ci stanno lavorando? – chiede al pubblico –. Un tema spinoso, comunque centrale, inutile pensare al turismo se poi non si riesce ad arrivare nei posti. Un gap infrastrutturale da decenni, si tarda a far partire i cantieri. Ma mi pare che ora stiamo andando nella direzione giusta, anche se i tempi sono lunghi, me ne rendo conto». Arrivato a Oliena dopo un’intera mattinata passata a Bitti, a discutere attorno allo sviluppo di Tepilora, l’assessore ha dunque visto con i propri occhi la triste realtà delle strade della Barbagia. «La politica deve riprendere a stare in mezzo alla gente» suggerisce Gino Dore, del Camping Supramonte Orgosolo. Soprattutto ora che la volontà da basso comincia a farsi sentire. «L’obiettivo di questi territori – riprende l’assessore regionale – deve essere fare rete e partire da alcune idee, anche piccole, per svilupparne altre, piccole economie che si sommano e diventano grandi. Dobbiamo rilanciare questi territori non più con l’illusione della grande industria che non tornerà mai ma con la consapevolezza delle nostre risorse e del nostro saper fare» chiude Raffaele Paci dando speranza a un territorio che vuole rinascere.

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