La Nuova Sardegna

Nuoro

Manca il personale, si ferma la Sanità

Manca il personale, si ferma la Sanità

La Rsu aziendale e i sindacati concordi su una giornata di astensione dal lavoro per protestare contro gli organici carenti

21 marzo 2017
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NUORO. Una giornata di sciopero della sanità nuorese per protestare contro i tagli generalizzati al personale, con conseguente penalizzazione dei principali servizi. Qualche esempio per tutti: nel reparto di rianimazione del San Francesco, dove ci sono 12 posti letto quasi sempre occupati, operano appena due infermieri per turno; in ortopedia, altro reparto che svolge un ruolo fondamentale all’ospedale nuorese, gli infermieri in servizio sono sempre due, ma devono occuparsi di 31 degenze. In geriatria si vive una situazione analoga, ma non sono solo i reparti ospedalieri in sofferenza, perché la carenza di personale incide anche sui servizi ambulatoriali. I tempi di attesa per le visite specialistiche, denunciano i sindacati, si stanno dilatando a dismisura, per non parlare di varie tipologie di esami clinici. Se ne avvantaggiano i privati, che ormai svolgono stabilmente alcune mansioni delle strutture pubbliche (alcuni esami del servizio di diabetologia, per esempio). La situazione non va meglio in provincia: a Sorgono non c’è uno psichiatra che assista i pazienti, alcuni dei quali con gravi patologie, lasciati sostanzialmente allo sbando.

Sono solo alcuni dei problemi denunciati ieri nell’aula del consiglio provinciale dai sindacati di categoria che hanno chiamato a raccolta i sindaci del territorio insieme con i consiglieri regionali (Emilio Usula e Luigi Crisponi) e parlamentari nuoresi (il senatore Roberto Capelli). Tutti d’accordo sulla necessità di mandare un segnale forte alla Regione, a cominciare dai rappresentanti sindacali (Anna Rita Ginesu, presidente Rsu dell’Asl 3, e i segretari della funzione pubblica Sandro Fronteddu della Cgil, Giorgio Mustaro della Cisl, Aurelia Orecchioni della Uil e Mauro Pintore del Nursind). La risposta individuata da tutti i partecipanti è una giornata di sciopero dell’intero settore, da mettere in atto ai primi primi di aprile o subito dopo Pasqua.

Viene denunciato lo smantellamento dei servizi sul territorio, l'assenza di un piano di strutturazione della rete territoriale, il blocco dei turn-over. Ora il sistema è al collasso, dicono i sindacati, «i fatti ci raccontano un territorio desertificato, strutture periferiche avviate su un binario morto e incapaci di fronteggiare i bisogni degli utenti, i presidi cittadini con carenze di organico del 40% e personale residuo con età media di 53 anni, chiamati a fronteggiare una emergenza continua. Disagi e difficoltà – concludono i sindacati – che gravano unicamente sui lavoratori, quei pochi rimasti, i quali da soli, per quanto con massimo impegno e responsabilità, non sono in grado di risolvere; da qui i problemi, i rischi e le liste di attesa ormai interminabili con tempi assurdi».

Ma perché si è verificata questa situazione che sta portando la sanità nuorese verso la paralisi? «All’appello mancano 75 infermieri e 40 operatori sociosanitari – dice Anna Rita Ginesu, trent’anni di esperienza al San Francesco, rappresentante del sindacato interno –. Si è preferito utilizzare le risorse per il project financing, trasformando l’Asl in un ufficio di collocamento, dando corso inoltre a una catena di appalti e subappalti. Il risultato è che ci ritroviamo una Asl con ottanta portinai assunti in modo clientelare e servizi come fisioterapia che non riescono più a funzionare per mancanza di personale». (p.me.)

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