La Nuova Sardegna

Nuoro

Dieci detenuti rinascono con “Fainas”

di Luciano Piras
Dieci detenuti rinascono con “Fainas”

Una giovane rete di imprese e un progetto di inclusione sostenuto dalla Regione nelle campagne tra Loculi e Irgoli

09 marzo 2017
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INVIATO A LOCULI. «Lavorare è una soddisfazione, questa per noi è una seconda occasione». È madre terra che regala la rinascita, ancora una volta, qui a Funtan’arva, nelle campagne tra Loculi e Irgoli, a valle del Monte Tuttavista. «Per noi che abbiamo sbagliato, questa è una grande possibilità di riscatto» va avanti un ex detenuto di Badu ’e Carros approdato alla cooperativa sociale Baronia verde per ripartire da un lavoro, da un mestiere, falegname o ortolano, artigiano o giardiniere poco importa. Importa, piuttosto, la scommessa di Funtan’arva, una soltanto: inclusione sociale. Per una decina di detenuti (alcuni sono ancora sottoposti a misure penali, altri sono appena usciti dal carcere), coinvolti nel progetto Fainas, acronimo di Fare in agricoltura sociale, finanziato dalla Regione. «Speriamo che questo progetto possa andare avanti ancora» sospirano mentre si salutano dopo oltre un anno di lavoro insieme.

Chissà. Magari la prossima estate, quando Baronia verde avrà bisogno di rinforzi, qualcuno di loro potrà tornare al lavoro da queste parti. Magari la Regione finanzierà altre annualità del progetto. Oppure la cooperativa riuscirà ad includerli in qualche altro bando. Chissà. «Non è escluso, come è già accaduto altre volte che i tirocinanti vengano poi assunti dalle aziende ospitanti» è l’auspicio di Costantino Spada, psicologo, classe 1972, presidente della cooperativa. «Un ruolo importane in questo progetto – sottolinea – riveste il tessuto imprenditoriale locale, in particolare le Fattorie didattiche e sociali che ospitano i partecipanti per tutta la durata del percorso, raggiungendo una reale integrazione degli utenti nel tessuto imprenditoriale locale».

«L’arma vincente nei progetti di inclusione sociale è fare rete con tutto il tessuto socio-economico del territorio» ribadisce Michele Ruiu, imprenditore agricolo, classe 1969. Titolare della Fattoria didattica e sociale Funtan’arva. E il Progetto Fainas, qui in Baronia, coinvolge non soltanto diverse fattorie, ma anche i servizi sociali dei diversi Comuni, l’Agenzia Laore Sardegna, persino il Dipartimento agricoltura dell’Università della Tuscia e la Rete nazionale delle fattorie sociali. Fondamentale il ruolo dell’Uepe, l’Ufficio esecuzione penale esterna di Nuoro, partner insostituibile per la riuscita del progetto. «Un progetto – riprende Michele Ruiu – che ha permesso il consolidamento dei diversi rapporti di collaborazione tra diverse imprese locali e regionali sul tema dell’inclusione sociale, sfociato nella costituzione della prima rete di imprese a carattere regionale a soggettività giuridica, la Rete Fainas, appunto». Fare insieme agricoltura sociale. Ruiu è il presidente di questa Rete. Quattordici imprese di diversi comparti produttivi, imprese agricole, agrituristiche, fattorie didattiche e sociali, cooperative sociali, società di servizi formativi, e di trasporto di tutto il territorio regionale, da Lula a Cagliari, da Lodè a Bitti, dalla Barbagia al Marghine e all’Ogliastra. Quattordici imprese insieme, «in sinergia nel condividere gli obiettivi della rete, che hanno deciso di unire le forze per sviluppare sistemi e azioni innovative e qualificanti volte alla vera inclusione sociale, con particolare attenzione all’agricoltura, dando alle loro produzioni quel valore etico-sociale che oggi più che mai li rende più appetibili».

«Nel lavoro della campagna – aggiunge ancora Michele Ruiu –, non ci sono differenze di condizione sociale, sesso, o quant’altro, le braccia sono tutte uguali e ognuno di noi trova la propria dimensione utile alla vita della fattoria». «L’importante è lavorare – interviene un detenuto in permesso –, avere un minimo per sopravvivere e un impegno fisso sono un’occasione che non possiamo farci scappare. E in più, qui siamo come in famiglia». Una famiglia allargata, una piccola comunità. Proprio come succede nella Rete Fainas, che vuole essere un valido strumento per creare quella rete di comunità necessaria a sconfiggere la diseguaglianza sociale sempre più marcata e spesso affrontata con strumenti che alleviano le “sofferenze” sociali ma non risolvono le problematiche alla fonte. Non è un caso se la cooperativa Baronia verde, una delle quattordici imprese che compongono la Rete Fainas, vanta già un curriculum di tutto rispetto nei progetti di inclusione sociale in ambito rurale. «Da anni gestiamo progetti anche a livello nazionale – ricorda Costantino Spada –, non ultimo quello concluso di recente, il Progetto Reli, rivolto alle alcooldipendenze e tossicodipendenze e finanziato dal Dipartimento delle politiche antidroga e dalla Regione Sardegna».

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