La Nuova Sardegna

Nuoro

Il consiglio comunale si trasferisce in carcere

Il consiglio comunale si trasferisce in carcere

Seduta straordinaria per discutere del reinserimento sociale dei detenuti Il garante Oppo: «Finalmente chi ne ha diritto potrà lavorare all’esterno»

26 gennaio 2017
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NUORO. Consiglio comunale straordinario domani pomeriggio a Badu ’e Carros. Dopo l’apertura dei lavori nella sala del Municipio (per formalizzare le dimissioni del consigliere Salvatore Siotto), la seduta proseguirà nel carcere. «È la prima volta che un consiglio comunale viene celebrato all’interno dell’istituto e ringrazio il sindaco Andrea Soddu e tutti i consiglieri comunali per l’attenzione e la sensibilità dimostrata nei confronti dei carcerati», dice il Garante dei detenuti Gianfranco Oppo che domani presenterà ai consiglieri comunali una relazione sulle condizioni carcerarie del penitenziario nuorese. Poi l’assemblea civica voterà una risoluzione per il reinserimento dei detenuti nel tessuto lavorativo e sociale nel comune di Nuoro. L’obiettivo è rendere concretamente riabilitativa la pena attraverso progetti di lavoro all’interno degli uffici comunali oppure nei servizi di pubblica utilità.

«Nel nostro sistema il detenuto è spinto ad una altissima passività – spiega il garante – Solo una parte ha la possibilità di lavorare mentre è in carcere e il ricorso alle pene alternative è ostacolato dalla scarsa disponibilità di percorsi alternativi».

Come ricorda Oppo, a Badu ’e Carros ci sono tre detenuti che potrebbero lavorare all’esterno, con l’obbligo di rientrare a dormire in carcere. «Purtroppo non si trova un’azienda disponibile ad accoglierli, non c’è collaborazione con le imprese locali – ammette il garante – E questo rende ancora più complicato il percorso di reinserimento di queste persone, una volta uscite dal carcere». L’iniziativa del Comune va in questa direzione: dare la possibilità ai detenuti di fare un’esperienza di lavoro. «L’iniziativa dell’amministrazione è lodevole – continua Oppo – Questo è uno dei modi per affrontare il sovraffollamento carcerario che si risolve non solo con le strutture ma anche con l’obiettivo del reinserimento sociale e lavorativo dei detenuti».

Domani il garante farà anche il punto sulle condizioni del carcere di Badu ’e Carros. «La situazione è sotto controllo – dice il garante – Tra i 170 detenuti ci sono anche otto terroristi jihadisti, reclusi in una zona di alta sorveglianza, quella riservata ai boss della mafia. Le condizioni del carcere sono dure. I detenuti sono costretti a vivere in 4 o in 5 all’interno della stessa cella. Gli spazi sono molto angusti. A Badu ’e Carros non c’è una mensa e le aule dove poter studiare sono poche». Per non parlare dell’assistenza sanitaria. «Ci sono solo uno psichiatra e una psicologa per 170 detenuti».

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