La Nuova Sardegna

DUALCHI. Ciascun paese celebra il Santo del fuoco a modo suo e le tradizioni cambiano a seconda della solennità della festa o degli usi antichi delle popolazioni. Dualchi e Bortigali festeggiano Sant’Antonio Abate in differita rispetto alla data canonica del 17 gennaio indicata nel Martirologio romano, il libro della Chiesa cattolica che registra i nomi, la vita e la data di morte dei santi, che poi coincide con quella della festa. Dualchi lo festeggia con particolare solennità e, come anche a Bortigali, celebra la festa la domenica successiva, usanza rimasta dal passato quando, prima della riforma liturgica del 1972, i preti erano tutti impegnati nel paese vicino (Silanus dove è la festa del patrono) nella celebrazione di quello che veniva chiamato “s’apparatu”, una messa particolarmente solenne con celebrante, diacono e suddiacono e la partecipazione degli altri sacerdoti ai riti, a partire dalla vigilia col vespro cantato. Sia a Bortigali che a Dualchi si inizia sabato pomeriggio con l’accensione del fuoco, che a Bortigali è “sa tuva”, un albero secco e cavo tagliato per tempo che viene eretto nella piazza poco discosta dalla chiesa principale. Il simulacro del Santo viene accompagnato in processione nella chiesa parrocchiale dalla chiesetta scavata nella roccia che un tempo era in periferia. A Dualchi sabato sera viene acceso un falò con grossi tronchi nella piazza attigua alla chiesetta di Sant’Antonio. Attorno al fuoco si notano molte facce annerite dalla fuliggine, tinte da chi si è imbrattato le mani di carbone e ha “intintieddadu”, tinto di nero il volto del vicino segnando anche qui e a questo modo l’inizio del Carnevale. A Dualchi i festeggiamenti civili includono uno spettacolo pirotecnico di grande richiamo previsto per sabato sera con inizio alle ore 20. (t.g.t.)