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Il parroco: «Dobbiamo ripartire dai bambini»

LULA. Il consiglio comunale allargato ha messo in risalto il senso di sconcerto e di malessere che sta vivendo la comunità dopo l'ultimo fatto di sangue. Mentre si stava metabolizzando l’omicidio...

25 ottobre 2016
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LULA. Il consiglio comunale allargato ha messo in risalto il senso di sconcerto e di malessere che sta vivendo la comunità dopo l'ultimo fatto di sangue. Mentre si stava metabolizzando l’omicidio Longu, non è facile dimenticare di delitto di Giovanni Calia che dopo, l’esperienza del carcere, aveva riproposto un’immagine di persona intelligente, culturalmente preparata, vivendo alla luce del sole. Da lì si deve partire, reagire. E' questo l'auspicio dell'intero consiglio comunale e dell'associazioni. «Siamo qui per condannare ogni tipo di violenza – ha detto don Goddi, nel sostenere che si è tutti coinvolti e per farlo ha ricordato una mostra dei bambini fatta di luce e ombre – Noi siamo la luce. E il buio può essere rischiarato dalla nostra luce». E a sostegno delle parole del sacerdote è intervenuta Teresa Loi: «Iniziamo dai bambini sul cosa fare». Seguita da Antonietta Sedda dell’Avis) che con piglio deciso ha sottolineato: «A Lula le associazioni parlano da sole, sono tante e sempre presenti". E Gianfranca Cumpostu, dipendente comunale, ha proposto la Consulta delle associazioni con un presidente unico per dare una svolta decisa a tutto il movimento. Tes rafforzata da Domenico Canu dell’Avis: «Siamo disposti a responsabilizzare tutti pur di raggiungere l’obiettivo». Proposte che il sindaco Mario Calia ha fatto proprie annunciando l’intenzione di convocare per metà novembre un altro consiglio aperto a tutte le associazioni. «Lula non è certo peggio di altri paesi – sottolineato Mario Calia –, anche se bisogna riconoscere che i fatti accaduti non siano gravi, ma gravissimi. Perciò pensiamo che bisogna avvicinarsi ad essi con sensibilità e capacità di capire». (b.a.)

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