La Nuova Sardegna

Nuoro

Accuse al Consorzio «A maggio la diga era ancora piena»

di Sergio Secci
Accuse al Consorzio «A maggio la diga era ancora piena»

Quattro consiglieri dell’ente polemici col presidente Guiso «Dove sono finiti quei 18 milioni di metri cubi di acqua?»

29 agosto 2016
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SINISCOLA. Continuano le polemiche sulla distribuzione dell’acqua a fini irrigui del Rio Posada. Secondo alcuni consiglieri del consorzio di bonifica (Michele Ruiu, Stefano Ferranti, Antonio Fronteddu e Lucio Carta), il presidente Ambrogio Guiso continua una campagna di disinformazione e di annunci attribuendo la mancanza di acqua e la totale chiusura della distribuzione dal 1° Settembre alla siccità e alle restrizioni determinate dalle disposizioni dell’agenzia del distretto idrografico regionale Sardegna. «È giusto che gli utenti sappiano come stanno le cose», dicono. «Il volume disponibile attribuito a maggio dal comitato dell’autorità di bacino al consorzio ammontava a ben 18 milioni di mc. Una quantità notevolmente superiore e sovrastimata rispetto alle necessità espresse in base alle richieste dei consorziati. I dati delle relazioni fatte a inizio anno dai dirigenti del consorzio indicano che la superficie irrigua del comprensorio è di 1700 ettari, per irrigarla sono necessari 3/ 5mila mc per ettaro a seconda delle colture. Il consumo extrairriguo rappresentato dal sistema turistico è di 1,5 milioni mentre le perdite di rete sono pari al 35%. Se consideriamo questi dati – analizzano i consiglieri – pur ammettendo il consumo massimo di 5000mc per ettaro abbiamo un totale di 14 milioni di metri cubi. Come mai quindi i 18 milioni assegnati non sono sufficienti e perché si è aspettato ferragosto per parlare del problema con i sindaci e i consiglieri. Perché nella riunione si è detto che servono 22 milioni di mc sino a a fine stagione e questo dato non è stato fatto presente a maggio all’autorità di bacino? Eppure la direzione generale dell’agenzia del distretto idrografico, già a luglio con una nota denunciava che il consorzio aveva consumato 14 milioni di mc di acqua grezza».

«È evidente – concludono – che il problema non può essere riferibile alla scarsità di risorsa idrica presente in diga alla fine di luglio, ma debba essere attribuito alle modalità di gestione e distribuzione. Dove sono finiti tutti questi milioni di metri cubi di acqua grezza? È una situazione imbarazzante che porta al collasso economico e produttivo del settore primario e turistico, in quanto tutti hanno legato il proprio sviluppo intorno alla risorsa idrica».

I quattro consiglieri prendono quindi le distanze dalla gestione del presidente Guiso: «Sembra avere una forte predisposizione a perorare cause che appaiono in contrasto con gli interessi delle imprese e del mondo agricolo e di chi nel territorio partecipa attivamente allo sviluppo economico e sociale».

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