La Nuova Sardegna

Nuoro

Progetto “Maskeras” via al riconoscimento da parte dell’Unesco

di Mattia Sanna

Incontro tra Pigliaru e i sindaci di Mamoiada, Ottana e Orotelli Avviato l’iter per la valorizzazione delle tradizioni barbaricine

21 maggio 2016
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MAMOIADA. “Maskeras”: i volti tradizionali del Carnevale della Sardegna saranno parte di un ambizioso progetto, che conduce al riconoscimento nella prestigiosa raccolta tenuta dall’Unesco, in qualità di patrimonio immateriale dell’umanità. Un’idea quest’ultima lanciata qualche tempo fa dalle amministrazioni di Mamoiada, Ottana e Orotelli, della quale i rispettivi sindaci Luciano Barone, Franco Saba e Nannino Marteddu hanno discusso qualche giorno fa, alla presenza del presidente della Regione Francesco Pigliaru. Una presenza che suona alla stregua come una nota di credito nei confronti dell’iniziativa, ritenuta certamente valida e capace di trovare risultati apprezzabili e sviluppi ancor più interessanti.

La prima pietra è stata posta a fine dicembre dell’anno scorso, quando i municipi delle tre comunità menzionate hanno sottoscritto un protocollo d’intesa, che avvia l’iter per il riconoscimento di questa inestimabile risorsa immateriale.

«I comuni di Mamoiada, Orotelli e Ottana – si legge nella premessa dell’accordo – sono accomunati dal vivere un “Carrasecare” che rovescia tutte le gerarchie sociali e le convenzioni repressive, essendo la festa di tutti per eccellenza. Festa che ha assunto, quali caratteri fondamentali, gli eccessi, il mascheramento, il rovesciamento e la lotta tra gli opposti: bene, male, bello, brutto. Questi paesi sono legati dalla comunanza di riti avvolti da un alone di mistero che, in diverse espressioni e conformazioni, sono espressi dalle ancestrali e misteriose “Maskeras” di grande interesse etno-antropologico e culturale».

L’istituzione di un comitato scientifico permetterà di avviare e valorizzare una corposa fase di studio e ricerca, che avrà come protagonisti seminari, conferenze, pubblicazioni, eventi, mostre e convegni. Si tenterà di scoprire qualcosa in più su queste liturgie pre-cristiane, scandagliando in un misterioso simbolismo legato alla ritualità pastorale e contadina, rimasti immutati e tramandati identici nel corso dei secoli. Tuttavia, a caratterizzare l’incontro non c’era solamente il tema “maschere”.

I rappresentanti delle tre comunità, infatti, hanno avuto modo di confrontarsi con Pigliaru su argomenti cruciali come artigianato, cultura e strategie per la valorizzazione del territorio.

«Diversi sono stati gli spunti di riflessione, alcuni molto concreti e di rapida attuazione –ha dichiarato il primo cittadino del centro famoso per i Mamuthones e gli Issohadores – Già nelle prossime settimane – ha aggiunto Barone – avremo modo di focalizzare obiettivi e metodologie. Un primo dato comunque è certo: nella collegialità e nella condivisione si radica il valore aggiunto delle nostre comunità e del territorio, anche e soprattutto nella delicata fase progettuale».

©RIPRODUZIONE RISERVATA

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