La Nuova Sardegna

Nuoro

Il parroco: «Luca è vivo nei sorrisi che ha donato»

di Valeria Gianoglio
Il parroco: «Luca è vivo nei sorrisi che ha donato»

Una folla immensa alle Grazie ha dato l’ultimo saluto al grande sportivo nuorese Ai lati della bara gli amici dell’Atletica Amatori e gli Iron-man della TriNuoro

19 maggio 2016
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NUORO. Gli amici di sempre dell’Atletica amatori Nuoro, in piedi sulla sinistra della chiesa delle Grazie, con la tuta della squadra. Dall’altra parte, a pochi passi dall’altare, gli “Iron-man” della TriNuoro. E nel mezzo, sparsi tra i banchi, una vera marea di amici, conoscenti, clienti e compagni di tante avventure sportive giunti da tutta la Sardegna. Alle 10 spaccate, quando il parroco della Grazie, padre Giuseppe Magliani, si dirige verso il centro della navata e raggiunge il microfono, nella chiesa strapiena nel cuore di Nuoro non si muove nemmeno una foglia.

C’è l’intera Nuoro sportiva, ieri mattina, ai funerali di Luca Dettori, il salumiere e grande sportivo nuorese morto domenica mattina, mentre percorreva in bici l’ultimo tratto della 129 che conduce a Orosei. Ci sono gli amici di una vita, gli atleti che aveva iniziato alla passione per la corsa, il nuoto, il ciclismo, la fatica più sana e carica di soddisfazioni. Attorno al feretro, dai colori tenui,coperto da un cuscino di fiori e con il drappo dell’Atletica Amatori Nuoro, ci sono i suoi familiari più stretti: papà Lussorio, le tre sorelle di Luca, la moglie Nicolina, e le tre figlie Silvia, Marzia e Roberta. Sedute in prima fila, e strette in un abbraccio forte per tutta la durata della messa. «Pedalà forte, bà», aveva scritto, qualche ora prima, nella sua pagina Facebook, la figlia più grande, Silvia.

«Siamo qui stamattina per salutare Luca e per accompagnarlo nel suo ultimo viaggio – esordisce, dall’altare padre Giuseppe – è difficile trovare le parole di fronte alla morte. Luca ora è arrivato al traguardo, lui che di strade ne ha percorse tante, ora ha percorso l’ultimo tratto. E ora c’è il dolore di una intera comunità, il dolore dei familiari, di Nicolina, Silvia, Marta e Roberta. La morte è un passaggio. La morte può arrivare inattesa ma arriva sempre nel momento giusto. Al suo arrivo, ad attenderlo, c’è sicuramente la madre Nunzia, scomparsa qualche mese fa, e tutte le persone alle quali ha saputo dare un sorriso e un gesto d’amore. Tocca a chi lo ha conosciuto conservare il ricordo delle cose belle che ha fatto e nei sorrisi che ha donato: la sua vera eredità, cìò per cui resterà semrpe vivo».

«Se il dono dei suoi organi – aggiunge padre Giuseppe – aiuterà qualcuno a vivere la sua memoria, sarà la forza per riprendere il cammino. Luca è accanto a noi, nel cuore, e li abiterà per sempre». La messa si conclude di lì a poco e i presenti, lentamente, si avvicinano ai familiari per fare le condoglianze, mentre fuori, in piazza delle Grazie le presenze sono talmente numerose che pure il traffico, per qualche minuto, ne risente.

«La salma ora proseguirà il viaggio verso Olbia», annuncia dall’altare il parroco della chiesa delle Grazie. Per una precisa volontà espressa dallo stesso sportivo, quando era in vita, il suo corpo è stato infatti cremato. «Pedala forte, bà», aveva scritto, dunque, qualche ora prima, on line, la figlia più grande, Silvia. Mentre sempre attraverso Facebook, anche ieri, per tutto il giorno, non si contavano i messaggi di affetto e cordoglio espressi dai tantissimi amici e sportivi che Luca Dettori aveva conosciuto nei suoi intensissimi 54 anni di vita. Aveva ancora tanti progetti da portare a termine, Luca Dettori. Dopo la partecipazione alla CorriNuoro, sabato scorso, a poche ore da quella pedalata che gli ha strappato la vita, lo sportivo nuorese avrebbe dovuto, partecipare, infatti, a un’altra bella sfida: la Cross triathlon di Cagliari al termine della quale sarebbe stato assegnato il titolo regionale. Dettori si era piazzato primo, nella sua categoria, dopo due prove, e il suo obiettivo era la finale mondiale che si sarebbe disputata nel mese di novembre, in Australia.

Chi lo conosce, del resto, anche ieri lo ha descritto così: come un uomo che per la famiglia, per lo sport, e per gli amici, avrebbe dato tutto e avrebbe percorso mezzo mondo senza paura, senza sentire la fatica, e sempre con il sorriso sulle labbra e quella voglia irrefrenabile di scherzare e di vivere la vita fino in fondo. «Ed è così – hanno scritto i suoi amici dell’Atletica Amatori Nuoro – che lo porteremo dentro di noi. Con anche la certezza che continuerà ad essere, lassù, lo stesso Capitano che era in terra: il primo ad entrare in battaglia e l’ultimo ad uscirne».

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