La Nuova Sardegna

Nuoro

la sentenza d’appello

Pietro Baragliu condannato a 5 anni e 6 mesi

Il ragazzo di Orune aveva travolto e ucciso a un posto di blocco il brigadiere Paolo Corbeddu

22 aprile 2016
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NUORO. La Corte d’assise d’appello di Sassari ha condannato a 5 anni 6 sei mesi Pietro Baragliu, il ragazzo, allora ventiduenne, che la notte del 21 agosto 2012 travolse e uccise a un posto di blocco, vicino ad Orune, il brigadiere dei carabinieri Paolo Corbeddu. Il giovane, difeso dagli avvocati Gianni Sannio e Pasquale Ramazzotti, era stato condannato in primo grado, nel 2013, a quattro anni per omicidio colposo. La sentenza era stata poi appellata dal procuratore generale di Sassari che chiedeva la condanna del ragazzo per omicidio volontario. I giudici della corte d’assise d’appello ieri hanno disatteso la richiesta dell’accusa – che ha chiesto per Baragliu la condanna a 14 anni e 8 mesi– e recepito la tesi della difesa che ha sempre sostenuto si trattasse di omicidio colposo. Soddisfatto l’avvocato Gianni Sannio: «La Corte d’assise d’appello ha recepito la nostra linea difensiva, sostenuta anche dal giudice Claudio Cozzella nella sua sentenza di primo grado».

Il brigadiere Corbeddu morì il 21 agosto del 2012, travolto da una Audi A5 mentre era a un posto di blocco, vicino ad Orune. Alla guida c’era un giovane orunese, Pietro Baragliu, senza patente. L’Audi l’aveva sottratta alla sorella, ignara di tutto, per riaccompagnare a casa la sua fidanzata. Quando il brigadiere aveva cercato di fermare quell’auto per un controllo era stato investito ed era morto sul colpo. Il ragazzo si è sempre difeso sostenendo di non aver mai avuto alcuna intenzione di far del male al carabiniere. «Avevo appena riaccompagnato la mia ragazza a Bitti – aveva raccontato al pubblico ministero e alla polizia quando si era consegnato alle forze dell’ordine due giorni dopo l’incidente – Ho visto un’ombra, non volevo ucciderlo. Ho avuto paura, volevo scappare perché non avevo la patente, ma non volevo far del male a nessuno, lo giuro. Ho sbagliato, ma chiedo perdono».

Nel giugno del 2013 il gup di Nuoro Claudio Cozzella aveva condannato Pietro Baragliu a 4 anni per omicidio colposo. La Procura, invece, aveva chiesto una condanna a 16 anni per omicidio volontario. Richiesta rigettata dal gup che aveva derubricato il reato ad omicidio colposo infliggendo al giovane una pena di 4 anni. Secondo quella sentenza il giovane orunese, quella notte, non aveva intenzione di uccidere. Purtroppo, non aveva visto in tempo il carabiniere, forse a causa del buio, e lo aveva travolto e ucciso. O forse il carabiniere si era fermato nel punto sbagliato della carreggiata, come aveva sostenuto la difesa. Per l’avvocato Gianni Sannio «Baragliu non aveva alcuna intenzione di uccidere, non ha visto in tempo il carabiniere, poi, in preda al panico, è scappato. Quando si è reso conto di quello che aveva combinato, è tornato su suoi passi e si è assunto le sue responsabilità».

Una ricostruzione, quella della difesa, che ieri ha trovato conferma nella decisione dei giudici di secondo grado. (g.z.)

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