La Nuova Sardegna

OROSEI. Già in moto la grande macchina dell’organizzazione per mettere a punto l’edizione 2016 de Sa Chita Santa a Orosei. Si lavora tanto nella parrocchia di San Giacomo così come nelle sedi delle confraternite. Quella che può essere definita il capoluogo della bassa Baronia è, assieme a Galtellì, uno dei paesi dove la tradizione dei riti dei canti e delle paraliturgie popolari sono più sentite e seguite dai fedeli.

Tra le tante tradizioni conservate gelosamente, fa spicco quella di Sos corfarios, retaggio della dominazione spagnola nell’isola e risalenti al milleseicento. Da allora sono rimaste intatte nelle loro caratteristiche tuniche, regolamenti interni e nell’impegno da svolgere sempre con la supervisione della parrocchia e quindi della diocesi di Nuoro. Erano e sono rimaste tre le confraternite locali, Sas Animas, Santa Rughe e Su Rosariu. Ognuna di queste durante sa Chita Santa hanno ha un ruolo specifico. I riti come tradizione inizieranno la domenica delle Palme e per tutta la settimana le chiese del paese rimarranno aperte al pubblico grazie proprio all’impegno delle tre confraternite, consorelle e mandatarias. Durante le celebrazioni della Settimana Santa tutte le chiese di Orosei vengono decorate con fiori, palme, rami d'ulivo e con i caratteristici nenneros, le ciotole piatti su cui vengono fatti germogliare al buio chicchi di grano o di legumi che formano steli d'erba chiara. È la preparazione dei Sepolcri, Sos Sepurcros. Le tre confraternite animano le vie della cittadina nelle due principali processioni della Settimana Santa: il Venerdì Santo quando si svolge Su brossolu, i cui protagonisti sono la Vergine dolente e il Cristo deposto dalla Croce. La domenica mattina, ai piedi della scalinata in basalto della chiesa parrocchiale si tiene il rito suggestivo di S'Incontru. (n.mugg.)