La Nuova Sardegna

Nuoro

Esposti amianto, manifestazione all’Asl

di Federico Sedda

Sindacati ed ex lavoratori Enichem e Montefibre chiedono il diritto alla sorveglianza sanitaria

09 marzo 2016
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OTTANA. Un presidio davanti alla sede provinciale della Asl nuorese di via Demurtas per consegnare le richieste di riconoscimento del protocollo sanitario al fine di garantire il diritto alla sorveglianza sanitaria per i lavoratori ex esposti all'amianto delle industrie di Ottana. Questo lo scenario messo in atto ieri mattina dagli ex lavoratori Enichem e Montefibre di Ottana insieme con i sindacati confederali per aprire un nuovo capitolo della lotta che li vede impegnati da oltre 25 anni sul fronte della tutela dei lavoratori esposti all’amianto garantita da una legge nazionale (la n. 257 del 1992) mai applicata in Sardegna perché l'isola è stata esclusa dagli indirizzi per certificare la presenza di amianto nelle industrie. «Con questa manifestazione pacifica – ha sottolineato Renzo Puggioni a nome del coordinamento lavoratori esposti all'amianto del centro Sardegna – vogliamo ancora una volta sollecitare le istituzioni sanitarie alla definizione di un protocollo che riconosca il diritto alla sorveglianza sanitaria gratuita per tutti i lavoratori che hanno lavorato in ambienti esposti all'amianto quali le fabbriche di Ottana».

Una tutela finora negata perché una serie di relazioni di enti istituzionali (tra le quali quella del Contarp, consulenza tecnica accertamento rischi e prevenzione) hanno stabilito che nelle fabbriche di Ottana c'era una presenza di amianto inferiore ai parametri stabiliti per legge. Un dato sempre contestato dai lavoratori e ora purtroppo confermato anche dalle morti per cause dovute a malattie asbesto correlate provocate dall'amianto che stanno facendo strage tra gli ex operai delle industrie chimiche del centro Sardegna e delle imprese ad esse collegate. Sul caso amianto all'interno dello stabilimento dell'ex Enichem di Ottana ha puntato gli occhi anche la procura della Repubblica di Nuoro in seguito a un esposto presentato nel novembre scorso dall'Aiea (associazione italiana esposti all'amianto) e da Medicina democratica. «Contrariamente a quanto affermato da Eni e da alcune relazioni, quali Contarp/Inail - si legge nell'esposto - l'utilizzo di amianto presso gli stabilimenti del polo industriale della chimica di Ottana era imponente. Tutte le maestranze venivano ininterrottamente, costantemente e in maniera massiccia a contato con il materiale nelle sue svariate forme, ma certamente la più pericolosa, quella in polvere, in fibre aerodisperse. Tra gli ex operai del polo dell'industria di Ottana – sottolinea l'esposto – sono ormai numerosi i lavoratori deceduti per mesotelioma, per carcinoma polmonare, per tumori della laringe e delle lingua o per leucemie e patologie asbesto correlate». Nelle scorse settimane i carabinieri del Noe, su ordine del magistrato che conduce l'inchiesta, hanno effettuato una serie di sequestri nelle aree ex Enichem ed ex Montefibre.

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