La Nuova Sardegna

Nuoro

Nuoro, il cibo si trasforma in arte con le lezioni dello chef

di Francesco Cabras
Nuoro, il cibo si trasforma in arte con le lezioni dello chef

Vito Colella, esperto di intaglio, protagonista di un corso della Confcommercio. «Se un piatto non è gradevole per l’occhio, preferisco non presentarlo»

09 febbraio 2016
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NUORO. Metti un giorno in tavola una bella bistecca con contorno di calle e boccioli di rosa. Non è la ricetta di uno stravagante chef come i tanti in circolazione, ma un modo elegante di presentare carote, finocchi, ravanelli, o qualsiasi verdura o frutta si voglia, e rendere il piatto stuzzicante gratificando innanzi tutto la vista. Il detto “anche l’occhio vuole la sua parte” è ormai entrato nell’abc della cucina, a maggior ragione per chi vive di ristorazione per mestiere: creatività, gradevolezza ed eleganza sono le parole d’ordine. L’arte del saper impiattare a partire da una “semplice” insalata, ha spinto l’Ascom Confcommercio Nuoro-Ogliastra in collaborazione con l’Ente bilaterale del terziario, a organizzare per i propri iscritti un corso base di due giornate (riservato a venti partecipanti) dedicato all’arte e decorazione attraverso l’intaglio di frutta e verdura, finanziato dal fondo For.Te per la formazione continua.

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E per l’occasione ha “assoldato” quale docente lo chef Vito Colella, dal 2008 campione regionale della specialità. Il percorso formativo, a cui si sono iscritti titolari di bar, ristoranti e hotel, si è concluso ieri con una gara finale di intaglio, per la cronaca vinta dal duo Susanna & Susanna, dell'hotel Su Gologone di Oliena, seguite da Agnese Contu (ITI Hotels) e Giuseppe e Pietro Busio (Bar delle Grazie di Nuoro). Tante le opere proposte dai corsisti, lasciati liberi di scegliere materia prima e soggetti da realizzare e mostrare quanto appreso durante le lezioni: dalle sottilissime fette di mela utilizzate come vele di una barca ricavata da una zucchina, al melone che “muta” in una dalia, al mazzo di fiori con fette di pomodoro e finocchi in luogo dei petali. Se catturare la vista è importante, naturalmente, alla fine lo è sempre di più il palato.

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Lo sottolinea subito chef Colella. «Le pietanze devono presentarsi bene – afferma - ma la parte visiva non può certo ovviare a quella del gusto, che alla fine è quella fondamentale». Banditi, quindi, accostamenti estemporanei pur di ottenere un quadro di Picasso. Per Vito Colella, 40enne pugliese sposato in Sardegna e ormai isolano d’adozione, bello e buono devono andare di pari passo e non servirebbe mai un pinzimonio con le verdure sistemate alla bell’e meglio in una ciotola.

«Se un piatto non è gradevole all’occhio - sentenzia - non lo presento. Per me il cliente deve essere colpito già dall’aspetto». Così se per Cenerentola la zucca diventa una carrozza, per i clienti di Vito Colella si trasforma in una composizione di rose. O in una fontana con tanto di acqua che sgorga da un rubinetto creato con il picciolo dello stesso ortaggio, scultura con cui ha vinto il campionato regionale che vedeva in giuria il maestro Alberto Tomasi, guru mondiale nell’arte dell’intaglio ortofrutticolo. Completamente autodidatta, Colella ha dato sfogo alla sua passione in Sardegna, dove si è fermato per una promessa fatta alla moglie.

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