La Nuova Sardegna

Nuoro

Amianto, speranze nel “Mille proroghe”

di Paolo Merlini
Amianto, speranze nel “Mille proroghe”

Il deputato Piras ha chiesto che i benefici della legge 257/92 vengano estesi al polo chimico sardo e ai familiari delle vittime

26 gennaio 2016
3 MINUTI DI LETTURA





NUORO. La battaglia degli ex lavoratori Enichem di Ottana per il riconoscimento dello “status” di esposti all’amianto – non certo invidiabile ma necessario per diritti pensionistici e risarcimenti in caso di malattie asbesto correlate – potrebbe essere giunta a una svolta dopo anni di silenzi e omissioni. Dalla Sardegna centrale, anzi, questa lotta per il diritto alla salute potrebbe estendersi a tutti i lavoratori delle grandi industrie chimiche dell’isola nell’ultimo quarto del secolo appena trascorso: Snia Villacidro, Saras Chimici, Ex Rumianca di Assemini e Porto Torres.

Giustizia per le vedove. Ieri il caso è approdato alla Camera per iniziative del deputato Michele Piras di Sinistra e Libertà, che ha proposto due articoli aggiuntivi al decreto Mille Proroghe ora in discussione in parlamento. Il primo prevede sostanzialmente l’applicazione della legge 257 del 1992 (che riconosceva ai lavoratori esposti all’amianto benefici previdenziali e altro) anche nel polo chimico della Sardegna, con particolare riferimento a coloro che all’epoca o in seguito si sono ammalati delle patologie asbesto correlate (che hanno un periodo di latenza che può raggiungere anche i trent’anni); il secondo articolo proposto da Piras intende sanare una drammatica ingiustizia: istituire un Fondo per le vittime dell’amianto a favore degli eredi dei lavoratori deceduti per malattie causate dalla fibra killer. Anche qui si fa riferimento agli stabilimenti del polo chimico sardo: nel caso venisse approvato, sarà il governo a stabilire l’ammontare delle somma complessiva da destinare al risarcimento del danno per ciascun lavoratore morto a causa dell’amianto. Un atto di giustizia, dunque, verso le famiglie delle persone uccise dalla fibra killer nell’indifferenza, almeno in Sardegna, della sanità pubblica e dell’Inail che mai ha voluto riconoscere loro la malattia professionale.

Le proposte di legge. Sin qui l’immediato, cioè l’inclusione in zona Cesarini del caso Sardegna nel decreto Mille Proroghe. Parallelamente infatti sia alla Camera sia al Senato viene presentata una proposta di legge di riforma sulle esposizioni all’amianto in fabbrica. Al Senato, Silvio Lai del Pd ha fatto sì che venissero inclusi anche gli stabilimenti del polo chimico sardo, mentre alle Camera è ancora il deputato Michele Piras ad aver incluso questo e altri emendamenti insieme con il collega del Pd Giampiero Scanu. Iniziative bipartisan, dunque, che riguardano esponenti della maggioranza e dell’opposizione, per un obiettivo comune: dare giustizia ai lavoratori che si sono ammalati di patologie legate all’amianto, un numero sempre crescente di ex operai in particolare, e ai familiari di coloro che non sono sopravvissuti alle patologie asbesto correlate (le più comuni sono mesiotelioma pleurico e carcinoma polmonare).

Il ruolo dell’Aiea. Con Piras, alla conferenza convocata alla Camera dei deputati per presentare le novità sul caso, c’erano Mario Murgia e Sabina Contu, rispettivamente vice presidente nazionale e presidente regionale dell’Aiea, l’associazione esposti amianto. Se la lotta per diritti che appaiono scontati avrà successo molto del merito è loro.

Ma oltre che sull’aspetto normativo, il caso amianto a Ottana potrebbe presto riservare novità anche sul fronte giudiziario, se come afferma l’Aiea la procura di Nuoro ha aperto un’inchiesta dopo l’esposto presentato dalla stessa associazione nei mesi scorsi, in cui si denunciava un utilizzo imponente di amianto nello stabilimento dagli anni ’70 sino ai ’90 e oltre, nonostante tale circostanza sia sempre stata negata. Di più, si affermava che una parte della fibra killer potrebbe essere stata smaltita, assieme ad altro sostanza altamente tossiche, in vaste aree all’interno della zona industriale.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

La sentenza

Calangianus, abusi e minacce alla figlia del collega: «Mandami le tue foto nuda o faccio licenziare tuo padre»

di Tiziana Simula
Le nostre iniziative