La Nuova Sardegna

Nuoro

assemblea dell’associazione

Gli ex esposti all’amianto riuniti sabato a Ottana

OTTANA. “Poniamo fine a un’ingiustizia che a Ottana dura da decenni”. Questo l’appello dei lavoratori ex esposti all’amianto che si riuniranno sabato prossimo, 23 gennaio, con inizio alle 10, nel...

20 gennaio 2016
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OTTANA. “Poniamo fine a un’ingiustizia che a Ottana dura da decenni”. Questo l’appello dei lavoratori ex esposti all’amianto che si riuniranno sabato prossimo, 23 gennaio, con inizio alle 10, nel centro polivalente di via Lussu, a Ottana, per chiedere ancora una volta il riconoscimento dei diritti alla sorveglianza sanitaria gratuita e dei benefici previdenziali spettanti a chi ha lavorato a contatto con l’amianto. Diritti negati finora lavoratori del sito industriale di Ottana e riconosciuti, invece, a quelli di altre realtà industriali, quali Marghera, Brindisi e Ravenna. “Ottana – denuncia Francesco Tolu, ex lavoratore dell’Enichem – è l'unica realtà del gruppo Eni a subire questa assurda discriminazione. Nel contempo, però, registriamo l'aumento di decessi per gravi patologie dovute all’esposizione all’amianto nell’area industriale”.

La lunga vertenza intrapresa con lo Stato non ha portato finora ad alcun risultato concreto se non quello di alzare il livello della protesta, coinvolgendo istituzioni, sindaci e amministratori locali. “L’obiettivo che ci proponiamo – si legge in un comunicato dei lavoratori ed ex lavoratori degli stabilimenti chimici di Ottana - è l'immediato riconoscimento dei nostri diritti dai quali siamo esclusi per precise responsabilità e colpevoli negligenze del sistema Eni e delle stesse istituzioni locali. A questo primo incontro informativo – fa sapere la nota - abbiamo invitato a partecipare l’Aiea (Associazione italiana esposti all’amianto) che ha garantito la partecipazione del vice presidente nazionale, Mario Murgia, e della presidente regionale, Sabina Contu”.

“A questa iniziativa autoconvocata – prosegue il comunicato - parteciperanno lavoratori ed ex lavoratori provenienti da diversi comuni della Sardegna centrale per denunciare con forza all'opinione pubblica e ai responsabili delle istituzioni sarde che stiamo assistendo al moltiplicarsi di patologie gravissime e di morti fra quanti, per decenni, hanno lavoratori nel sito industriale di Ottana, dove le autorità di competenza hanno negato la presenza di amianto. Un elemento, questo, che, invece, come un micidiale killer a tempo, sta mietendo vittime fra persone ancora giovani o appena giunte all'età della pensione. Chiediamo – conclude la nota – che venga posta fine al trattamento ingiusto e discriminatorio che ha escluso i lavoratori di Ottana dai diritti riconosciuti, invece, a quelli di altre aziende del gruppo Eni”. (f.s.)

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