La Nuova Sardegna

Nuoro

Premi comunitari, ultimatum a Pigliaru

Premi comunitari, ultimatum a Pigliaru

Assemblea animata della Coldiretti sul caso refresh: «Pronti a manifestare a Cagliari se la Regione non interviene»

06 ottobre 2015
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NUORO. Animi infuocati, tensione alle stelle nella sala giunta al secondo piano della Camera di commercio. Troppo piccola per contenere le voci del popolo delle campagne, troppo piccola per ospitare tutti i pastori e gli agricoltori (molti sono dovuti restare nei corridoi) arrivati a Nuoro per l’assemblea interprovinciale organizzata dalla Coldiretti per decidere in merito alla questione refresh (ossia: la classificazione dei suoi agricoli, da cui dipendono i premi comunitari). Oltre due ore di dibattito, tira e molla, botta e risposta, con i vertici della federazione impegnati a tenere a bada gli animi e a cercare una soluzione al problema dopo i tentativi andati a vuoto nei palazzi della Regione. Lo ribadiscono a chiare lettere sia il presidente sia il direttore della Coldiretti regionale, rispettivamente Battista Cualbu e Luca Saba. Loro che alla fine dell’assemblea devono tirare le somme: «Ultimatum a Pigliaru». Una decina di giorni di tempo al presidente della Regione, è la decisione finale di ieri, affinché fissi un incontro a Cagliari con una rappresentanza dei soci Coldiretti. Poi si vedrà: se la risposta sarà soddisfacente c’è ancora spazio per la pazienza; se la risposta non sarà soddisfacente il popolo delle campagne è pronto a marciare sul capoluogo o a bloccare la 131 o uno degli aeroporti isolani, insomma a manifestare in piazza con qualsiasi mezzo.

«È trascorso un anno invano – dicono il presidente e il direttore della Federazione interprovinciale Nuoro-Ogliatra della Coldiretti Simone Cuabu e Aldo Manunta –. Il problema come abbiamo più volte ribadito è politico e non solo tecnico. Ma la Regione, nonostante gli impegni presi in prima persona dal presidente Francesco Pigliaru, non ha prodotto alcuna soluzione». «Ora andremo con le aziende colpite dal refresh – dice Simone Cualbu – per dimostragli ancora una volta che non si tratta di un problema inventato dalla Coldiretti e non sono numeri vuoti, ma affliggono gli allevatori in carne ossa». Il bersaglio è uno: «La politica sorda e burocratizzata, lontana dai problemi concreti che tormentano il mondo del lavoro agricolo». L’elenco dei problemi («che si stanno incancrenendo non avendo una rappresentanza politica in giunta») è lungo, anche se quello che in questo momento fa più male è il refresh, la riclassificazione dei suoli agricoli da parte di Agea avvenuta nel 2013 che adesso considera non eleggibile (cioè terreni che non possono usufruire dei premi comunitari in quanto secondo loro inutilizzati) il bosco (e già questo penalizza l’isola) che inoltre, sempre secondo le ultime rilevazioni, ha aumentato le superfici addirittura di 274.442 ettari rispetto al 2010, passando da 291.152 a 565.594 ettari.

«Grazie al nostro intervento direttamente presso il ministero della Politiche agricole – spiega il presidente regionale Battista Cualbu – siamo riusciti a far riconoscere le peculiarità dei nostri pascoli, dove gli animali pascolano anche sotto le chiome degli alberi e la macchia mediterranea. Anzi sono quelli che rendono i nostri pascoli, e dunque la carne, il latte e i suoi derivati particolari ed unici». Riconoscimento che però vale a decorrere dal 2015. L’inghippo che sta dannando gli allevatori riguarda le domande del 2011, 2012, 2013 e 2014. «Adesso deve intervenire la politica – rimarca ancora Cualbu – affinché questa deroga sia retroattiva. Cioè che valga anche per il quadriennio che va dal 2011 al 2014, in cui sono concentrate tutte le domande bloccate a causa della nuova rilevazione foto aerea». Un pasticcio burocratico, insomma. Alla fine la direzione da seguire è stata unanime. Una delegazione di allevatori chiederà udienza al presidente Pigliaru. «Ma – chiude il presidente regionale –, non è più tempo di fiducie a lungo termine, il problema va risolto nel più breve tempo possibile, altrimenti andremo tutti insieme a Cagliari».

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