La Nuova Sardegna

Nuoro

Diga di Maccheronis, la Maltauro si rifà avanti

di Sergio Secci
Diga di Maccheronis, la Maltauro si rifà avanti

Posada, lunedì un incontro tra i tecnici dell’impresa e del Consorzio di bonifica I lavori per la realizzazione del sopralzo sono stati interrotti da lungo tempo

01 maggio 2015
2 MINUTI DI LETTURA





POSADA. Sono passati diciotto mesi da quando l’impresa Maltauro ha abbandonato i lavori del sopralzo della diga Maccheronis nell’agro del comune di Torpè sospesi dopo una serie di contrasti, sulle modalità di esecuzione dell’opera, tra il Consorzio di bonifica della Sardegna centrale, ente appaltante, e la stessa impresa vicentina. C’è stata poi la disastrosa alluvione del novembre 2013 e il successivo sequestro del cantiere con i sigilli fatti apporre dalla procura della Repubblica di Nuoro che indaga su eventuali responsabilità in merito alla progettazione del sopralzo e dell’avandiga.

Per mesi c’è stato un rimpallo di responsabilità tra consorzio di bonifica e impresa, poi il silenzio più assoluto con i sindaci di Torpè e Posada che hanno più volte lamentato i pericoli di un opera incompiuta e i problemi di approvvigionamento idrico di tutta la costa che va da Siniscola a San Teodoro. Lungaggini burocratiche, verifiche sulle opere esistenti hanno fatto slittare i tempi per il nuovo bando e c’erano state anche denunce dei sindacati che chiedevano di riappaltare le opere anche con la procedura d’urgenza in mano alla protezione civile.

A sorpresa arriva ora la notizia che proprio la Maltauro costruzioni ha manifestato la volontà di completare i lavori relativi al sopralzo della diga Maccheronis. Ci sarà tanto da discutere quindi per far ripartire i cantieri e ciò caratterizzerà una riunione che è stata convocata a Nuoro per lunedì prossimo, nella sede del Consorzio di bonifica e alla quale parteciperanno i rappresentanti legali e tecnici della Maltauro, il commissario del Consorzio, Giampiero Deiana e i tecnici dell’ente consortile.

Un confronto da cui si spera si riesca a raggiungere l’accordo per completare l’importante opera che garantirebbe oltre che la sicurezza della valle tra Posada e Torpè, la disponibilità a invasare una decina di milioni di metri cubi in più d’acqua per far fronte a nuove emergenze idriche. Il rialzo della diga, è stata totalmente finanziata sin dal lontano 2003. Poi c’è stato anche un integrativo della Regione nel 2011 per una somma complessiva di quasi 19 milioni di euro.

Se La Maltauro come sembra, ha fatto trasparire la volontà di ripartire con le opere, si tratta di trovare un accordo su cui dovrebbero convergere soprattutto gli interessi di un territorio che porta ancora evidenti i segni dell’alluvione.

«Sono certo che si troverà una soluzione positiva – ha sostenuto Giorgio Fresu, promotore dell'incontro -. Da entrambe le parti c’è la volontà di superare gli ostacoli che finora avevano impedito la prosecuzione dei lavori».

In Primo Piano
La lotta al tabacco

Un sardo su tre fuma e i divieti sono ancora blandi

di Claudio Zoccheddu
Le nostre iniziative