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I cento anni di Satta: Salvatore, no, era Sebastiano

Al teatro Eliseo il convegno su Sebastiano Satta (foto Luca Cossu)
Al teatro Eliseo il convegno su Sebastiano Satta (foto Luca Cossu)

Al teatro Eliseo nella due giorni di celebrazione dei cento anni della morte del grande poeta barbaricino il sottosegretario alla Cultura Francesca Barracciu confonde i nomi e le opere dei suoi due illustri conterranei

05 dicembre 2014
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NUORO. Poeta, avvocato, giornalista, difensore dei diritti civili, voce della Barbagia e della Sardegna intera, Sebastiano Satta viene ricordato per due giornate al cinema Eliseo di Nuoro nell'anniversario dei cento anni dalla sua morte.

Forse, assieme ai molti altri, anche il Vate della Barbagia stamani avrebbe tossito un poco quando il suo nome è stato impropriamente confuso con l'altro grande Satta della cultura nuorese, Salvatore, giurista di fama e autore del romanzo Il Giorno del giudizio.

Avrebbe tossito, si diceva, la voce poetica della Sardegna, perché la confusione non l'ha fatta uno studente qualunque bensì il sottosegretario della Cultura.

Francesca Barracciu, per due volte stamani nel corso del suo intervento, ha chiamato Salvatore il poeta Sebastiano. Nell'imbarazzo generale qualcuno glielo ha fatto notare e lei si è scusata segnalando che li confonde sempre (i nomi di battesimo, s'intende).

Ripreso il filo del discorso il sottosegretario ha continuato e, leggendo gli appunti, ha citato finalmente il poeta Sebastiano, ma quale autore del Giorno del giudizio. L'imbarazzo è tornato di prepotenza nella sala gremita. Alcuni giustificazionisti a oltranza hanno spiegato che certo quegli appunti li aveva scritti qualcuno altro, è chiaro che un sottosegretario si deve preparare per gli incontri che tiene tante volte in un mese e spesso anche in una settimana e non può sapere tutto.

Per qualche altro, invece, se confondere i nomi è quasi accettabile (cominciano tutti e due per s, i Satta erano pure parenti), lo è molto di meno attribuire uno splendido conosciutissimo romanzo a un poeta che di suo ha prodotto opere eccelse. A questa pretesa durezza di giudizio c'è stata anche un'opposizione: di chi faceva notare che, però, in tutto il resto del suo intervento la Barracciu attribuiva a Sebastiano "cose" giuste.

Ovviamente la notizia della confusione è uscita in un baleno dalla sala dell'Eliseo dove c'erano anche l'assessore regionale alla Cultura, il sindaco di Nuoro, studiosi del Vate della Barbagia che fino a domani porteranno tanti contributi alla conoscenza dell'Uomo. Sebastiano, quello della piazza con le sculture di Nivola. Che non sarà mai confuso perché per fortuna sua aveva un nome che cominciava con la C, Costantino, quindi con un suono che può restare ben distinto nella memoria di chiunque.

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