La Nuova Sardegna

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Gli angeli della colonia penale di Mamone

È passato un anno dall’alluvione Cleopatra e ancora si contano i danni. Ma quel che è più importante è ricordare il lavoro di quanti, con spirito di abnegazione, cercarono in quei giorni di salvare...

21 novembre 2014
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È passato un anno dall’alluvione Cleopatra e ancora si contano i danni. Ma quel che è più importante è ricordare il lavoro di quanti, con spirito di abnegazione, cercarono in quei giorni di salvare vite umane e di limitare i danni. Tra loro c’erano anche gli uomini della casa di reclusione di Mamone che durante l’alluvione del novembre scorso si prodigarono per cercare Giovanni Farre, ancora disperso. Per questo motivo Gianfranco Pala, direttore della casa di reclusione, a un anno dall’alluvione ha voluto esprimere la sua stima e la sua fiducia a tutto il personale della sua amministrazione. «Voglio ribadire il sentimento di riconoscenza a tutto il personale della casa di reclusione di Mamone che in quei dificili giorni si è prodigato in aiuto delle vittime – si legge in una nota– I sentimenti di riconoscenza da parte dei sindaci dei paesi limitrofi sono la testimonianza più viva del loro contributo morale e materiale».

Pala ha rivolto poi un ricordo anche «ai familiari delle vittime e a tutti coloro che sono stati colpiti dal tragico evento nella speranza che quest’anno trascorso abbia mitigato i disagi materiali».

Anche la Federazione nazionale sicurezza ha voluto ricordare l’impegno del personale della colonia Mamone. E ha sollecitato l’amministrazione affinché si provveda «all’assegnazione di risorse finanziarie necessarie per l’acquisto o la riparazione dei fuoristrada che sono stati utilizzati durante l’alluvione per raggiungere Onanì».

«Quei mezzi – si legge in un comunicato della Fns– hanno bisogno di riparazioni al più presto, anche perché in queste condizioni è difficile garantire il controllo di tutto il territorio della colonia».

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