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Eroe di Oliena salva la vita a una ragazza di Pavia

di Gabriele Conta
Eroe di Oliena salva la vita a una ragazza di Pavia

Simone Puligheddu, studente universitario, rianima la 26enne travolta e trascinata per 600 metri da un’auto pirata

20 novembre 2014
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PAVIA. Alcuni l’hanno chiamato angelo. Altri eroe. «Ma io non mi sento né uno né l’altro: ho fatto soltanto il mio dovere». Parla piano Simone, ritorna con la mente a quegli istanti e poi racconta quegli attimi che sembravano secoli. È stato questo 21enne di Oliena a far ripartire il cuore di Elena Madama, a farla tornare a respirare dopo che un’auto pirata, il 12 novembre scorso, l’aveva trascinata per 600 metri in Strada Nuova, in pieno centro a Pavia, devastandole il corpo, frenandoci addosso e ripassandoci sopra in retromarcia per scappare.

«Voglio dire fin d’ora che da solo non ci sarei mai riuscito – ripete più volte –. Insieme a me c’era un altro ragazzo: ricordo che aveva un giubbotto di pelle, ma non mi ha detto come si chiamava. Lui e un altro si alternavano al massaggio cardiaco, io le facevo la respirazione bocca a bocca». È stato lui, Simone Puligheddu, studente universitario al secondo anno di Infermieristica all’università di Pavia, a soccorrere per primo la consigliera del Partito democratico investita e trascinata in pieno centro da un ladro alla guida di un’auto rubata.

«Ero rientrato in casa da poco, quando ho sentito un urlo strano – spiega Simone, che abita poco distante da Strada Nuova –. Qualcuno gridava “Fermati! Fermati!” e ho capito che qualcosa non andava: sono uscito sul balcone e ho visto quella ragazza, riversa al centro della strada». Quella ragazza era Elena Madama, ora ricoverata al Niguarda in condizioni gravi ma stabili.

«Mi sono praticamente ritrovato in strada, accanto alla ragazza che era priva di coscienza ma ancora respirava – racconta lo studente –. Ho urlato di darmi delle garze, per cercare di tamponarle il volto ferito. Ma dopo un attimo lei ha smesso di respirare, e il polso si è fermato». Altri sarebbero andati nel panico. Altri ancora avrebbero aspettato l’arrivo dei soccorsi, già allertati. Ma non Simone, che sa quanto importanti possano essere i minuti in casi come questo, perché da quando aveva 18 anni presta servizio come volontario nel 118 di Oliena. «Le ho fatto la respirazione bocca a bocca, mentre quell’altro ragazzo ha iniziato a fare il massaggio cardiaco – racconta –. Abbiamo fatto vari cicli, e dopo un poco il cuore ha ripreso a battere». Ma Elena ancora non respirava.

«Sembrava non riuscirci – dice Simone –. Così, cercando di muoverla il meno possibile, l’abbiamo girata leggermente su un fianco, continuando con le manovre di rianimazione». A quel punto la giovane consigliera comunale ha espulso il sangue che le bloccava il respiro, e ha ripreso finalmente a respirare. Nel frattempo una ragazza è corsa a prendere un defibrillatore. «Ma non è stato necessario, perché nello stesso istante è arrivata anche l’auto medica – racconta ancora Simone –. A quel punto abbiamo lasciato lavorare i medici». A tutta la scena hanno assistito diversi testimoni, attoniti per quanto successo all’ora dell’aperitivo nel pieno centro di Pavia. Fabio Tragella è stato tra i primi a intervenire.

«La ragazza era riversa per terra, gli abiti in brandelli bagnati dalla pioggia – dice il titolare del negozio di abbigliamento Mc, proprio di fronte al luogo dell’incidente –. Io ho cercato di coprirle il corpo, mentre un altro ragazzo ha iniziato il massaggio cardiaco e lui (riferendosi Simone Puligheddu, ndr) le ha fatto la respirazione bocca a bocca, senza mai fermarsi finché non ha ripreso a respirare. Per me loro sono esempi. Loro sono eroi».

L’altro ragazzo, quello col giubbotto di pelle, non è stato individuato. «Anche lui era infermiere, forse soccorritore della Croce Rossa – ricostruisce lo studente barbaricino –. Ma non mi ha detto il suo nome, e subito dopo che l’ambulanza se n’è andata anche noi ci siamo allontanati». Ora Simone, insieme ai genitori di Elena, al suo fidanzato Enrico e all’intera città, spera soltanto che la consigliera comunale possa riprendersi. «Non ho fatto nulla di eccezionale – dice ancora il 21enne di Oliena –. Soltanto quello che qualunque infermiere, qualunque soccorritore, qualunque persona in grado di farlo avrebbe fatto se si fosse trovato al mio posto». Ma il suo gesto non ha lasciato Pavia nell’indifferenza. E tanti, anche soltanto con un messaggio sui social network, l’hanno già ringraziato.

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