La Nuova Sardegna

Nuoro

Ottana Polimeri, la rabbia si sposta nei Consigli

di Federico Sedda
Ottana Polimeri, la rabbia si sposta nei Consigli

Ottana, i sindaci annunciano che convocheranno le assemblee civiche Obiettivo: fare pressione continua verso Governo e Regione per avere risposte

19 novembre 2014
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OTTANA. La vertenza dei lavoratori della Ottana Polimeri si sposta nelle aule dei consigli comunali. I sindaci presenti all’assemblea che si è tenuta l’altro ieri nella sala consiliare di Ottana per iniziativa degli operai che stazionano da sette giorni nella tenda davanti ai cancelli della fabbrica chiusa, lo hanno detto chiaramente: «Convocheremo i consigli comunali per approvare un documento da inviare al presidente della giunta regionale, Francesco Pigliaru, per chiedere attenzione per il nostro territorio e il rispetto degli impegni presi per lo sviluppo». A cominciare da quelli firmati nel marzo del 2010 con il patto territoriale che prevedevano la costruzione di infrastrutture e l’abbattimento dei costi dei servizi e dei trasporti. Tutti impegni rimasti sulla carta. «Se le richieste non avranno ancora seguito – ha tuonato il sindaco di Bolotana, Francesco Manconi – andremo a Cagliari per rimanerci fino a quando non otterremo garanzie per la rinascita del nostro territorio martoriato e dimenticato da tutti». L’impressione è che, stavolta, si faccia sul serio. «Non possiamo assistere impotenti – ha sottolineato il sindaco di Ottana, Gian Paolo Marras – alla mancanza di lavoro che coinvolge centinaia di famiglie ormai al limite della sopravvivenza». Dello stesso avviso il primo cittadino di Olzai, Tonino Ladu, pronto a riunire il Consiglio per rivendicare lavoro e sviluppo. «L’unità di tutti i soggetti istituzionali e della parti sociali – ha detto – è essenziale per evitare che le fabbriche continuino a chiudere». Per questo, l’obiettivo deve essere la riapertura di Ottana Polimeri. Lo ha sottolineato il presidente della Provincia, Costantino Tidu. Che a Ottana ha trasferito la riunione del consiglio provinciale convocata l’altro ieri. «La chiusura dello stabilimento – ha detto Tidu, ex lavoratore della fabbrica ai tempi dell’Enichem – provocherebbe a cascata la chiusura di tutto, con conseguenze irrecuperabili sulla filiera chimica della Sardegna». Ora si guarda all’incontro tra i massimi vertici della Regione e le istituzioni politiche e sociali del Nuorese annunciato per i prossimi giorni. La mobilitazione, comunque, continua. Non solo nel presidio davanti alla fabbrica, diventato il cuore pulsante della protesta, ma anche attraverso iniziative unitarie. «L’obiettivo – si legge in una nota dell’unità di crisi istituita dalla Provincia – è quello di mettere in campo uno strumento di pressione continua nel confronti del governo e della Regione tale da tenere vivo il confronto su tutte le problematiche aperte nel nostro territorio».

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