La Nuova Sardegna

Nuoro

Cattedrale senza parroco, Sos dei fedeli

di Valeria Gianoglio
Cattedrale senza parroco, Sos dei fedeli

La comunità: chiediamo al vescovo che ci ripensi, temiamo che Santa Maria della Neve resti senza guida e associazioni

11 ottobre 2014
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NUORO. «Non siamo disobbedienti, ma fedeli rispettosi, solo che questa volta temiamo che la nostra parrocchia sparisca, i suoi 4500 residenti vengano divisi tra le parrocchie del Rosario e delle Grazie, e che tutta l’attività e le associazioni che in questi quattordici anni di presenza di don Aldo Cottu si sono riattivate, ricostituite o rivitalizzate, non rimanga più nulla, e anzi vengano cancellate. Ci sono diversi segnali, purtroppo, che vanno in questa direzione». Dosano le parole, i componenti della Confraternita di Santa Croce, rifondata qualche anno fa nella Cattedrale di Santa Maria della Neve, ma si capisce lontano un miglio che sono piuttosto preoccupati.

A scatenare i loro timori, e quelli dell’intera comunità parrocchiale della quale si fanno portavoce, è stato, qualche giorno fa, l’annuncio che il loro parroco, don Aldo Cottu, dopo quattordici anni di presenza, attività e tante iniziative alla guida della parrocchia della Cattedrale, di qui a qualche settimana sarebbe andato via perché destinato a guidare la comunità di fedeli di Oniferi, e al suo posto è stato nominato monsignor Ciriaco Vedele ma nel ruolo di “amministratore” e dunque con compiti sostanzialmente diversi, che secondo i fedeli lascia intuire l’inizio di un percorso radicalmente nuovo per Santa Maria della Neve.

I fedeli della Cattedrale apprendono dell’annuncio e accusano il colpo: don Aldo Cottu, del resto, è un parroco stimato, dotato di grande carisma, e negli ultimi anni è stato il promotore di tante attività, iniziative, e realtà associative che in Cattedrale erano state ormai abbandonate.

L’annuncio del suo trasferimento, insomma, come già è capitato in altre parrocchie toccate dagli spostamenti di sacerdoti, viene vissuto come un colpo allo stomaco dall’intera comunità dei fedeli.

Il fatto è che lo spostamento di don Aldo, dicono i fedeli e in particolare i componenti della storica Confraternita, sembra solo la prima tappa di una vera rivoluzione. Solo il primo passaggio di un iter più lungo che svuoterà la Cattedrale della sua parrocchia, e la farà diventare una sorta di involucro vuoto, dotato dei compiti di un Duomo ma privo, invece, di tutte quelle componenti tipiche di una parrocchia. Ovvero associazioni, consiglio pastorale, confraternite, lezioni di catechismo e tanto altro ancora.

«Ci sono tante attività – spiega la confraternita di Santa Croce – che sono riprese grazie a don Aldo. Noi rispettiamo certamente l’autorità del nostro vescovo, comprendiamo le sue esigenze, ma pensiamo anche che questa che ha preso sia una decisione impropria, e per diverse ragioni. La prima ragione è che in tempi molto difficili come questi, dove non è facile raggiungere i fedeli, e coinvolgerli nelle attività della chiesa, forse non è opportuno spostare un parroco che invece ha avuto il grande merito di riavvicinare tanti fedeli alla parrocchia. Noi siamo con lui, gli siamo vicini e continueremo a fargli sentire la nostra amicizia». «Ma il nostro – aggiungono in conclusione i componenti della storica Confraternita, e con essi i fedeli della Cattedrale – è il timore legato anche alla perdita della parrocchia. Ci sono tanti indizi che sembrano andare in quella direzione: ci auguriamo che non sia così. Noi vorremmo che rimanesse la parrocchia e don Aldo. Piuttosto, avremmo voluto che gli venisse affiancato un altro sacerdote. Speriamo che il nostro vescovo ci ascolti e ci ripensi».

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