La Nuova Sardegna

Nuoro

Arghittu rompe il silenzio: «Pd, io mi metto in gioco»

Arghittu rompe il silenzio: «Pd, io mi metto in gioco»

Il giovane del Partito democratico si candida alla segreteria provinciale «Dobbiamo rinnovarci e riuscire a infondere speranza e fiducia nelle persone»

21 settembre 2014
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NUORO. «Cambiare si può». È il consigliere comunale del Partito democratico Antonio Arghittu a farsi avanti e a metterci la faccia: «Mi candido alla segreteria provinciale del Pd» annuncia. «“Si può cambiare e si deve cambiare” ripeto a me stesso in questi giorni, nei mesi già trascorsi dopo le consultazioni regionali. La gente vuole un rinnovamento del Partito democratico in Provincia di Nuoro, lo chiede con forza, lo reclamano gli iscritti, ci sperano i simpatizzanti, tutti lo attendono. Sarebbe più semplice non candidarmi, ma non mi voglio rassegnare all’idea che non si possa pensare e credere in un nuovo Pd in Provincia di Nuoro e penso sia giusto e doveroso mettermi in gioco».

«Vorrei che il Pd provinciale, che è animato da una grande comunità di donne e di uomini che si riconoscono in valori e principi condivisi per la cui affermazione hanno sempre lottato fianco a fianco – si legge nel manifesto politico programmatico di Arghittu –, sia in grado di concretizzare la speranza, di infondere fiducia nelle persone. Vorrei che il Partito sia una scuola di formazione politica, che attragga i giovani e i meno giovani ad impegnarsi, ad assumere responsabilità istituzionali, perché credo nella politica come l’attività più nobile che ci possa essere. Vorrei che esso suggerisca , a chi si appassiona alla politica, un percorso di impegno e di responsabilità nelle istituzioni e non, che si prenda cura solo di realizzare il bene comune, che è la finalità più alta che ci possa essere, perché ispirata dalla generosità, su cui poggia il principio di solidarietà individuale e sociale. Ma per realizzare questo obiettivo, l’umiltà dovrà prevalare sulla superbia, l’altruismo, sull’egoismo, la prodigalità sulla avarizia, la meritocrazia sul nepotismo».

«Chi si impegna in politica non può essere lasciato solo – va avanti Antonio Arghittu –; il partito deve parlargli di persona, deve avere un contatto personale; il nostro partito deve essere una grande casa in cui regna l’accoglienza, la tolleranza, nella quale si costruiscono vicinanze, relazioni personali edificanti, non più legate alla logica delle appartenenze, alla fedeltà , ma al principio indissolubile della chiarezza, trasparenza e lealtà. Vorrei che il Pd – insiste il giovane esponente del Partito democratico – non sia fredda istituzione ma un punto di riferimento sociale che sappia ascoltare i bisogni delle persone, dei gruppi, delle associazioni tutte, e che solleciti le azioni civili più congrue nelle dovute sedi».

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