La Nuova Sardegna

Nuoro

Una piazza a prova di rischio ambientale

di Tiziana Simula
Una piazza a prova di rischio ambientale

Chiusi i lavori della Scuola internazionale che ha portato in città esperti di problemi idrogeologici e tanti giovani

16 settembre 2014
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NUORO. Cinque idee per piazza Italia. Ovvero come ri-progettare la piazza della città con un approccio con il territorio più responsabile e consapevole. Concetto che per dieci giorni è stato al centro dei lavori della sesta edizione della Scuola internazionale del rischio ambientale, quest’anno ospitata per la prima volta a Nuoro, dopo aver fatto tappa ad Alghero e Cagliari. Scuola nata all’indomani dell’alluvione che nel 2008 devastò Capoterra, fondata e diretta dall’urbanista Paola Rizzi. Obiettivo della Scuola internazionale che ogni anno raggruppa esperti e studenti di diverse parti del mondo, è «progettare il territorio in maniera responsabile e consapevole per evitare che accadano tragedie come quelle che anche recentemente hanno colpito la Sardegna, con l’alluvione del 18 novembre», spiega la direttrice. Un tema quanto mai attuale, dunque, in un territorio ancora ferito dal passaggio del ciclone Cleopatra.

La scuola internazionale ha chiuso i battenti due giorni fa, dopo dieci intense giornate di studio, ricerca e confronto sul tema del rischio ambientale, che ha portato in città una trentina di esperti da tutto il mondo e 25 studenti, anche loro in gran parte stranieri (oltre ad alcuni italiani, c’erano giapponesi, indonesiani, arabi, peruviani, polacchi). A chiusura delle lezioni, sabato scorso, nei locali del centro polifunzionale di via Roma, i partecipanti alla scuola hanno presentato i lavori relativi all’analisi dei fattori di rischio per la popolazione presenti in alcuni siti. In particolare, gli studenti hanno deciso di rivolgere la loro attenzione alla piazza, intesa come spazio pubblico, facilmente riconoscibile da tutti, e quindi luogo ideale di ritrovo per i cittadini in caso di emergenza. Piazza Italia è stato l’epicentro degli studi. Gli studenti hanno mappato l’area, analizzato le sue criticità, raccolto informazioni dai passanti e dagli uffici comunali. Poi, divisi in cinque gruppi, hanno riprogettato la piazza. Cinque progetti, rispettando i principi di sostenibilità e di riduzione del rischio. I lavori sono stati esaminati da una commissione di esperti che ha poi scelto il progetto vincitore. “Dual spaces” quello premiato, elaborato da un team internazionale con giovani architetti italiani, giapponesi e tutor polacca. «È stata ridefinita la pavimentazione della piazza, attualmente irregolare e non accessibile a tutti e ridefiniti gli spazi verdi che ora ne limitano la visibilità – spiega la direttrice –. Il risultato è un luogo sicuro per tutti in ogni situazione e in caso di evacuazione». Soddisfatti per l’esperienza della Scuola in città, l’assessore all’Urbanistica Raimondo Deiara e il presidente dell’Ordine regionale dei geologi Davide Boneddu, che hanno seguito l’iniziativa passo per passo.

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