La Nuova Sardegna

Nuoro

Sequestrata piantagione di marijuana, due arresti

di Tito Giuseppe Tola
Sequestrata piantagione di marijuana, due arresti

In carcere due trentenni di Sindia. La droga avrebbe fruttato 400mila euro Si tratta di un nuovo tipo di cannabis: le piante non superano il metro e mezzo

14 settembre 2014
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SINDIA. Quattrocento piante di marijuana sequestrate ed estirpate, due persone arrestate con l’accusa di aver prodotto sostanze stupefacenti ai fini dello spaccio e il ritrovamento un fucile a canne mozze e di munizioni per pistola, che sono stati sequestrati, è il bilancio di un’operazione antidroga condotta nelle campagne di Sindia dai carabinieri della Compagnia di Macomer e dal nucleo elitrasportato “Cacciatori di Sardegna” di Abbasanta. Sono finiti in carcere Antonello Mura di 34 anni e Antonio Secchi di 35, entrambi di Sindia e con precedenti. I due sono stati sorpresi e filmati dai carabinieri mentre innaffiavano e curavano le piante che sul mercato avrebbero reso attorno ai 400 mila euro. La complessa operazione, che è stata preceduta da un’intensa attività di indagine, è stata portata avanti anche con l’uso di elicotteri. Il lavoro svolto dai militari ha dato un duro colpo al giro di droga nella zona. A servizio della piantagione era stato realizzato un impianto di irrigazione a goccia dotato di temporizzatore. Questo evitava ai coltivatori clandestini di dover essere sempre presenti per innaffiare.

Le piante di marijuana, che erano in pieno rigoglio, non superavano l’altezza di un metro e mezzo, mentre di solito in questo periodo arrivano anche a tre metri. È un tipo nuovo di cannabis indica quello che cresceva nelle campagne di Banzu, ai confini tra il territorio di Sindia e il comune di Pozzomaggiore, ed è la prima volta che viene trovata nella zona del Marghine. Questo fa pensare che, come gli organismi geneticamente modificati, si tratti una qualità selezionata per avere la stessa resa della specie più rigogliosa che cresce alta, ma è pericolosamente visibile anche dall’elicottero, e per restare bassa in modo da evitare di essere notata. Un po’ come il mais ogm che resiste agli attacchi di insetti e parassiti nocivi, le piante di marijuana che crescevano a Sindia dovevano passare inosservate alle forze dell’ordine. Le cose, invece, sono andate diversamente. Come hanno spiegato il comandante della compagnia, capitano Giuseppe Pischedda, e il comandante del nucleo operativo, tenente Gabriele Tronca, è stato necessario cercare con cura per trovare la piantagione. Il terreno particolarmente impervio non ha facilitato le cose. Passando con l’elicottero e a piedi non era facile cogliere la presenza delle piante di marijuana.

Prima dell’operazione sono stati eseguiti prolungati servizi di osservazione con i Cacciatori di Sardegna per vedere se qualcuno gestiva la coltivazione. I controlli sono andati avanti per alcuni giorni anche con l’impiego di fotocamere ad altissima risoluzione e apparecchi di ripresa che intensificano la luce stellare durante le ore della notte. Antonello Mura e Antonio Secchi sono stati sorpresi mentre erano intenti a curare le piante. Praticamente con le mani nel sacco. Antonio Secchi ha cercato di scappare dandosi alla fuga. Immediatamente è scattato l’inseguimento. Nonostante i luoghi impervi, è stato raggiunto è bloccato. I due sono stati condotti in caserma e quindi dichiarati in arresto e associati al carcere di Massama.

Subito dopo sono scattate le perquisizioni durante le quali sono stati ritrovati il fucile a canne mozze e le munizioni per pistola 38 special. Il fucile, che aveva la matricola limata e cancellata, sarà consegnato al Ris che effettuerà i controlli necessari per ricostruirne la storia. Si cercherà di scoprire, in particolare, da dove proviene e se sia stato utilizzato per compiere delitti.

La piantagione sequestrata nelle campagne di Sindia è una delle più grosse individuare nelle zona. Sembrava che questo comune fosse rimasto al margine dei giri di droga, ma la scoperta fatta dai carabinieri è la prova che le sostanze stupefacenti circolano un po in tutti i paesi. Ormai non c’è comune che sia indenne dalle attività di produzione e spaccio degli stupefacenti.

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