La Nuova Sardegna

Nuoro

Caos Tari, una mattina di ordinaria follia

di Valeria Gianoglio
Caos Tari, una mattina di ordinaria follia

La cronaca di un giorno tra i “tartassati”: sveglia all’alba, doppia fila per accaparrarsi l’accesso agli uffici, e tanta rabbia

28 agosto 2014
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NUORO. Alle 6.50 del mattino, il più ottimista del gruppetto che si ingrossa di minuto in minuto all’ingresso del Comune, la butta là: «Ma è vero che tra poco ci portano la colazione?». Gli altri dieci suoi compagni di sventura lo guardano con occhi misericordiosi. «Pia illusione», pensano probabilmente scuotendo la testa sconsolati e pensando forse con nostalgia al tepore del letto abbandonato dall’alba solo per conquistare un numeretto. Ed entrare nella rosa dei primi 25 “eletti” che ogni giorno possono presentarsi allo sportello tributi per lamentele, correzioni, equivoci ed errori evidenti.

«E i numeri? Quando li date?». Passano cinque minuti, e dal portone del municipio di via Dante, entra un’anziana tutta impettita. Borsetta in una mano, modello F24 nell’altra, sguardo deciso. Si presenta dalla guardia giurata nell’ampio ingresso del palazzo, e gli chiede senza indugiare: «E i numeri? Quando li date? Ma non è che fate passare qualcuno che non ha fatto la fila come noi».

Il dramma delle guardie giurate. Forse non sa, l’anziana signora, che anche per le guardie giurate, la cronaca delle ultime mattine in Comune, è stata una rogna di proporzioni bibliche e subìta, per giunta, senza alcun incentivo economico. Uno di quei momenti di lavoro che poi, quando si ritorna a casa, si relegano nel capitolo “incubi e affini”. «Ma lo sai che io prima di iniziare questo lavoro avevo i capelli più lunghi dei tuoi?», commenta, con amara ironia, una guardia giurata calva. Come a dire: «La chioma me la sono strappata per la disperazione».

File interminabili. Il fatto è che da quando le cartelle della Tari, la tassa sui rifiuti, sono cominciate a piovere nelle case dei nuoresi, con annessi rincari consistenti, sbagli macroscopici, ma anche errori più banali dovuti a un mancato aggiornamento di alcune banche dati, le prime ore del mattino, in municipio a Nuoro, sarebbero degne di essere raccontate in un “Un giorno di ordinaria follia”. E chi ha avuto l’ebbrezza di viverle, a ripensarci, ancora si chiede come sia possibile che nel 2014 non esistano sistemi meno antidiluviani e complicati, per poter gestire appuntamenti e rispondere alle esigenze dei cittadini. Ma tant’è: così come accade per il rinnovo delle carte d’identità, anche per chi negli ultimi giorni ha voluto chiedere lumi sul caos-Tari, la musica non cambiava: file interminabili, rabbia, frustrazione.

Lo sportello. Almeno fino a ieri mattina funzionava così. Perché poi, proprio da ieri, il Comune, ha destinato quattro dipendenti, e non più una sola, alla gestione dello sportello tributi, così la fila si è snellita in modo notevole, sotto gli occhi vigili della dirigente del settore, Sabina Bullitta. Certo è che per accapparrarsi i numeri tanto agognati, quelli che sanciscono l’ordine di ricevimento negli uffici che gestiscono la Tari, in Comune ci si deve presentare presto. Molto presto.

«Sono qui dalle 6.30». Alle 6.50 di ieri, giusto per fare un esempio, chi è arrivato in quel momento aveva già dieci persone che lo precedevano. Il primo, quello che conquista l’ambito podio, è un pensionato che si chiama Cosimo. «Ho lasciato mia moglie a fare alcune analisi, e alle 6.30 sono venuto qua. Non c’era nessuno, ma subito dopo sono arrivati altri» spiega. «Ma lo sai quanto mi vogliono far pagare? – dice – mi chiedono 700 euro per 128 metri quadri. Ma l’anno scorso mica andava così».

L’appello delle 7. Sono le 7 e due minuti quando la guardia giurata, dopo aver osservato il gruppetto che si ingrossa, decide di fare una sorta di appello. «Allora – dice – chi è arrivato per primo?». E le mani si alzano. «Io sono il numero 1», grida uno. «Io sono arrivata dopo la signora, quindi sono la 11», dice un’altra. Fino a quel momento, insomma, la fila si è regolata da sola: come succede dal medico si chiede semplicemente “Chi è l’ultimo?”. E da lì si parte. Il problema è che questo metodo serve solo per selezionare la fila della fila. Ovvero, in Comune si deve arrivare all’alba solo per poter rientrare nella rosa di 25 persone – da ieri sono 50 – alle quali poi, alle 8 vengono distribuiti i cartellini con il numero di arrivo vero e proprio. Una volta presi i cartellini si va via e si torna alle 11, quando aprono al pubblico gli uffici dei tributi. E lì è tutto un tripudio di errori e lamentele. Per i quattro dipendenti incolpevoli, insomma, c’è molto da fare, da correggere, da ricalcolare. «Hai risolto, Pasquà» chiede un pensionato in fila all’amico appena uscito dallo sportello. «Eja, isperammus», risponde lui.

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