La Nuova Sardegna

Nuoro

Tossilo, parte la battaglia sui fondi

di Piero Marongiu
Tossilo, parte la battaglia sui fondi

I sindaci chiedono che le risorse residue dell’accordo di programma restino a disposizione dei cinque Comuni

12 luglio 2014
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MACOMER. La riunione di ieri mattina, indetta per parlare dell’utilizzo dei fondi residui di cui all’accordo di programma sull’area di crisi di Tossilo del 2010, ancora una volta ha messo in evidenza i gravi problemi che gravano sul territorio, che necessita di interventi urgenti che consentano il rilancio immediato delle attività produttive. La mancanza di lavoro toglie la certezza del futuro a molte persone e porta a compiere atti come quello subìto l’altra mattina dal sindaco Antonio Succu. Proprio Succu, che ha incassato la solidarietà dei colleghi sindaci e degli altri amministratori presenti all’incontro, compresi i rappresentanti delle sigle sindacali, aprendo i lavori ha evidenziato le molteplici problematiche che gravano sul territorio.

«Tra Macomer e i paesi che gravano sull’area di Tossilo, vivono circa 17 mila persone – ha detto –. Da anni il territorio vive una situazione di crisi drammatica, dovuta alla delocalizzazione e alla deindustrializzazione, che porta inevitabilmente a un grave e costante spopolamento. La crisi e dovuta a diversi fattori: mancanza di liquidità, stretta sul credito operata dalle banche, scarsa correlazione tra formazione e riqualificazione, eccessiva complessità delle procedure di accesso ai finanziamenti previsti dai bandi pubblici. Per attenuarne gli effetti, occorre che i soldi residuali di cui all’accordo di programma del 2010 (20 milioni di euro) rimangano nelle disponibilità dei cinque Comuni. Ma è indispensabile anche semplificare le procedure, valutare l’introduzione del prestito a tasso zero e fare la formazione in base alle esigenze delle imprese. Occorre incrementare i servizi alle persone con la creazione della Rsa e di un polo educativo. Bisogna intervenire sugli impianti sportivi; pensare allo sviluppo del turismo e agli sport legati all’ambiente, valorizzare in chiave economica il nostro patrimonio archeologico ambientale e i nostri prodotti».

Al centro della discussione ci sono i 20 milioni di euro residui, che nel frattempo pare siano diventati 6,5 e qualcuno dice che potrebbero essere anche di meno. L’assessore risponde che i soldi non sono un problema: «Con quello che abbiamo – dice Paci – possiamo finanziare tutte le tipologie di progetti e i bandi sono in corso di preparazione». L’assessore quando parla di disponibilità si riferisce ai 33 milioni di euro previsti per gli interventi sulla Sardegna centrale, che comprende le aree di crisi di Ottana, Prato Sardo, Siniscola e Tossilo. Tore Ghisu storce il naso e ribadisce che deve essere chiaro che i 20 milioni di euro devono rimanere nelle disponibilità dei Comuni interessati. «I soldi per la Sardegna centrale – ribadisce l’assessore Paci – sono a disposizione anche di Tossilo». Sull’entità reale dei residui relativi all’accordo di programma del 2010, nessuno dà risposte certe. Sollecitato dai cronisti, l’assessore si limita a ribadire che i fondi destinati alla Sardegna centrale sono anche per Tossilo. Salvatore Pinna, della Cgil, ribadisce che il dramma che si vive nel territorio merita risposte concrete e immediate.

« Le risorse che ci sono – dice – devono essere spese subito e bene. E per farlo sarebbe opportuno istituire un tavolo tecnico composto da tutti i soggetti in campo». Michele Fele della Cisl vede nella fiscalità di vantaggio un’opportunità da non perdere: «Attrarrebbe investitori e rilancerebbe l’economia». Rossana Ledda, vice sindaco e titolare di un’impresa: «Oggi soltanto l’impresa può dare risposte al territorio. Per questo è necessario rivedere i parametri previsti nei bandi di accesso al credito». Luigi Daga, sindaco di Sindia: «Nel nostro territorio il malessere c’è. Lo vediamo ogni giorno. È una spia da tenere ben presente e da non sottovalutare». Andrea Rubattu, Consigliere provinciale, ribadisce il concetto espresso da Daga, e aggiunge: «Il dramma dovuto alla crisi che si vive in questo territorio merita di essere messo all’interno delle grandi vertenze nazionali, come l’Ilva e Porto Torres». Costantino Tidu, presidente della Provincia: «Nel 2010 abbiamo firmato un accordo per l’area di crisi di Tossilo e le risorse residue devono rimanere qui».

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