La Nuova Sardegna

Nuoro

Sessantasei ricorsi contro il marchio Igp dei culurgiones

di Valeria Gianoglio
Sessantasei ricorsi contro il marchio Igp dei culurgiones

Barbagia e altre zone dell’isola si mobilitano contro gli ogliastrini. L’Apan: «Il prodotto viene preparato in tanti territori»

24 giugno 2014
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NUORO «Il marchio Igp ai soli culurgiones ogliastrini? Ma scusate, e noi che li facciamo da decenni in Barbagia, siamo forse figli di un Dio minore?». Nelle ultime settimane ne sono arrivate a decine, di telefonate di questo tenore, nella sede nuorese dell’Apan Sardegna che per prima, qualche tempo fa, aveva lanciato la battaglia contro l’assegnazione del marchio al solo prodotto ogliastrino e il conseguente “scippo” del nome a chi lo produceva nel resto dell’isola.

Ne sono arrivate così tante, che il direttore Gianfranco Seddone, così come aveva annunciato sin dall’inizio della vicenda, ha deciso di mettere le strutture dell’associazione a disposizione di tutti i produttori che volessero presentare un ricorso al ministero. Ma forse nemmeno lui e il presidente Enrico Devoto, avrebbero mai potuto pensare che alla fine, i ricorsi arrivati, sarebbero stati la bellezza di 66. Così tanti che costituiscono, di fatto, una sorta di class action del settore. «Ne sono arrivati dalla provincia di Nuoro, ma anche da Sassari, Oristano e da altri territori – spiega Gianfranco Seddone – e ne siamo contenti perché significa che hanno accolto il nostro invito a dare battaglia contro quella che riteniamo una vera ingiustizia». Sia Seddone sia il presidente Enrico Devoto, nelle scorse settimane, del resto, avevano spiegato che «il marchio Igp delimitato al solo territorio dell’Ogliastra, boicotta tutte le aziende sarde del settore agroalimentare che non possono più esportare quel prodotto tanto caro e tanto richiesto a livello europeo, con il nome originale di “culurgiones”».

Certo è che l’invito lanciato alcune settimane fa dall’Apan Sardegna per mobilitarsi contro l’assegnazione del marchio Igp ai soli prodotti ogliastrini, ha avuto, dunque, un successo così esteso da raccogliere in poco tempo 66 ricorsi. E uno dei paladini della battaglia, a quanto pare, è stato il Comune di Teti. «Da Teti – spiega infatti il direttore dell’Apan, Gianfranco Seddone – il consiglio comunale si è attivato, con il sindaco Laila Dearca, per presentare un esposto dettagliato al ministero con delibera votata all’unanimità. Tutto ciò scaturisce dal fatto che a Teti, la lavorazione dei culurgiones è conosciuta sin dal ’900. Non si tratta di una produzione inustriale, ma di una ricetta che si trasmette di generazione in generazione». «Per non parlare poi dei ristoranti di Nuoro e dintorni – aggiunge Seddone – dove spesso è indicato proprio nel menù, che i culurgiones sono prodotti in loco. Pensiamo, ad esempio, al ristorante Su Gologone, conosciuto a livello internazionale, come pure l’Oasi di Teti, dove la titolare è andata fino a Monaco di Baviera per mostrare ai tedeschi come si preparano i culurgiones».

La protesta contro l’assegnazione del marchio Igp ai soli ogliastrini, insomma, è davvero estesa. «Siamo rimasti molto colpiti – aggiungeSeddone – anche dal fatto che anche la Regione, pur essendo presente all’incontro della stipula dell’atto per il marchio, abbia dato parere positivo». ©RIPRODUZIONE RISERVATA

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