La Nuova Sardegna

Nuoro

Muore il presidente, tribunale in lutto

di Valeria Gianoglio
Muore il presidente, tribunale in lutto

Vito Morra non è sopravvissuto a una rovinosa caduta dalle scale nella sua casa in Campania. Il dolore dei figli e dei colleghi

22 aprile 2014
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NUORO. Una brutta caduta dalle scale ha spazzato via in un tragico istante, nella tarda notte del giorno di Pasqua, 39 anni di storia del Palazzo di giustizia nuorese. Il presidente del tribunale, Vito Morra, stava trascorrendo, come sempre, il periodo di festa nella casa di campagna di famiglia, vicino a Salerno, nel comune di Vallo della Lucania. Aveva cenato insieme ai familiari più stretti, scherzato come tante altre volte come faceva lui, in modo discreto ma sottile.

Chi lo ha visto anche al lavoro, nelle ultime settimane, poco dopo avrebbe raccontato che nel suo sguardo si cominciavano a vedere i segni di un po’di stanchezza e di affaticamento. Trentanove anni tra processi e aule di tribunale, del resto, non passano lisci come l’olio. Certo è che il giorno di Pasqua, a notte inoltrata, il presidente Morra ha avuto un brutto incidente nella sua casa di campagna. Quella che adorava. La stessa casa dove progettava di trascorrere gli anni della pensione, ai quali ormai era molto vicino.

Forse un malore, forse un attimo di sbandamento, poi la caduta bruttissima dalle scale mentre sembra che volesse raggiungere una vicina terrazza per prendere una boccata d’aria e respirare i profumi della campagna. Stando a quanto raccontato da chi lo ha soccorso, il povero presidente ha percorso in caduta tutta la rampa delle scale, ribaltandosi più volte. Fino alla fatale botta in testa. Un urto così violento da lasciarlo senza vita, in un solo e terribile istante.

La figlia Giovanna, che lo ha soccorso per prima, e subito dopo il personale di un’ambulanza, nonostante i tanti sforzi, non hanno potuto fare altro, purtroppo, che constatarne il decesso. E stabilire così che il presidente Morra, per una banale caduta, se n’era andato via per sempre, a soli 67 anni e mezzo. Proprio là dove in fondo avrebbe voluto trascorrere l’ultimo periodo della sua vita. Vicino ai genitori, scomparsi ormai da tempo.

Era arrivato in Sardegna, nel ’75, Vito Morra, come giudice istruttore. L’anno prima era entrato in magistratura. E da allora, salvo un breve periodo di ritorno in Campania, a Caserta, di fatto l’isola non lo avrebbe più abbandonato e gli avrebbe anche regalato l’amore di una donna, Mariangela Pintori, nuorese doc scomparsa qualche anno fa, che poi avrebbe sposato.

L’adorata sposa che poi gli avrebbe donato anche due splendidi figli: Giovanna e Alfonso. Ma oltre alle soddisfazioni in campo affettivo, sempre a Nuoro Vito Morra aveva percorso tutte le tappe della magistratura: nell’87 è magistrato in Corte d’appello e dopo sette anni diventa magistrato di Cassazione. Nel frattempo segue processi importanti, tra faide, sequestri, e latitanti eccellenti. Nell’ottobre 2008, poi, diventa presidente del tribunale di Nuoro, raccogliendo il testimone dal suo predecessore Guido Bonsignore. Il capoluogo barbaricino, insomma, lo aveva adottato a tutti gli effetti. Quella stessa Nuoro che ieri, per tutto il giorno, si è stretta al dolore dei suoi figli e dei familiari più stretti.

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